Stando a quanto riporta Le Parisien, Michael Schumacher è stato ricoverato all’ospedale Georges Pompidou di Parigi per affrontare una cura “top secret”, che dovrebbe consistere in una particolare terapia con le cellule staminali. Senza rivelare le fonti che hanno riportato l’informazione, Le Parisien ha comunicato che l’ex pilota di Formula 1 è stato ricoverato ieri, lunedì 9 settembre 2019. La notizia è stata immediatamente ripresa da diversi media, anche se attualmente si attende ancora una conferma ufficiale.
Le ultime sulle sue condizioni di salute
È tuttavia altrettanto vero che tutto quello che ruota attorno all’ex pilota della Ferrari è avvolto nella più che legittima riservatezza. È da quasi 6 anni (dicembre 2013 il periodo dell’incidente) che sulle condizioni di salute di Schumacher si hanno poche novità, ma soprattutto poche notizie, a volte anche contraddittorie. Anche chi lo ha visto dal vivo, come l’ex manager Ferrarista Jean Todt, non è stato molto generoso nel far trapelare informazioni: lo scorso luglio, infatti, rivelò solamente che aveva visto con lui qualche gara di Formula 1.
Schumacher al Pompidou di Parigi per una terapia cellulare?
Stando sempre a quanto riferisce il quotidiano francese la terapia dovrebbe durare fino a mercoledì: questa consisterebbe in una nuova tecnica di trasfusione di cellule staminali ideata dal dottor Philippe Menasché, chirurgo cardiaco specializzato nella terapia cellulare. Le fonti anonime hanno citato poi altre due visite al Pompidou da parte di Schumacher la scorsa primavera. Il ricovero, forse, sarebbe dovuto avvenire nel mese di luglio, ma un problema di salute prima e le vacanze del dottore poi hanno ritardato i nuovi esami.
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Sulla questione della terapia con le staminali ne ha parlato all’Ansa anche il direttore scientifico dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, Angelo Vescovi. “Circa 5-6 anni fa ero stato contattato da una persona che conosceva la famiglia di Schumacher e mi aveva chiesto se si poteva fare qualcosa, anche se poi non se ne fece più nulla”. Per Vescovi al momento attuale è possibile solo fare ipotesi su cosa stia accadendo a Parigi, “anche perché non esistono dati pubblicati sull’uso di staminali su persone in coma, sebbene non possiamo escludere che i ricercatori che seguono il pilota abbiano qualche risultato preliminare”. L’importante, precisa Vescovi, è che tutto sia fatto “sotto il controllo di un comitato etico, in sicurezza per il paziente e nel rispetto delle leggi”.