Good Boys – Quei cattivi ragazzi è l’epopea di tre ragazzini i quali, per rimediare ad un grande disastro commesso, vivranno un’avventura unica nel suo genere.
La pellicola, diretta da Lee Eisenberg e Gene Stupnitsky, sarà distribuita al cinema il 12 settembre 2019. Tra pochi giorni potremo dunque essere spettatori di una commedia esilarante che ha come protagonisti un gruppo di adolescenti ribelli. Max, Thor e Lucas, dopo aver distrutto il prezioso drone del padre di Max, devono trovare il modo migliore per rimediare all’errore causato. Per farlo, però, si cacceranno nei guai e combineranno un danno dopo l’altro, come effetto domino.
Nel cast ritroviamo attori in erba come Jacob Tremblay, Millie Davis, Molly Gordon e Chance Hurstfield.
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Good Boys – Quei cattivi ragazzi: trama film dal 12 settembre al cinema
Dai produttori di Cattivi Vicini, arriva al cinema una nuova commedia in perfetto stile Hollywoodiano. Max, Thor e Lucas sono poco più che adolescenti e, a poco a poco, iniziano ad addentrarsi nello strano mondo degli adulti.
Max e i suoi amici vengono invitati a partecipare alla loro prima festa dei baci. Per evitare di fare brutta figura, cercano un modo per spiare la loro vicina, diciassettenne, in modo tale da capire come ci si bacia. L’unico modo per farlo senza essere scoperti è utilizzare il drone del padre di Max.
Le cose, però, non vanno per il verso giusto. Tra minacce e strani obblighi da parte della ragazza, Max e gli altri dovranno trovare un modo per riportare il drone a casa prima che il padre se ne accorga.
Good Boys – Quei cattivi ragazzi: trama
La commedia di Lee Eisenberg e Gene Stupnitsky si caratterizza per la sua comicità esplicita e grottesca e per i suoi personaggi stereotipati. Tre adolescenti, poco più che dodicenni, che devono fare i conti con una realtà ben lontana dalla fanciullezza e dal mondo dei fumetti.
Le polemiche, dunque, non sono mancate. Gli stessi autori, con fare ironico, ne hanno però fatto un vero e proprio punto di forza, traendone il lato positivo. Il loro lavoro cinematografico ha trovato dunque il modo di far parlare di sé, ancor prima di essere distribuito nelle sale.