Berrettini: “Anche senza Finals è stata una stagione pazzesca”
Matteo Berrettini è sicuramente tra gli sportivi italiani più in voga di questo 2019. Il giovane tennista romano sta disputando una grandissima stagione, con le semifinali raggiunte agli US Open appena disputati come ultimo traguardo importantissimo per tutto il movimento tennistico italiano.
Ora il mirino è posto probabilmente alla top 10 del ranking ATP. Obiettivo che, con una crescita costante, potrebbe essere facilmente raggiungibile a stretto giro di posta.
Ma la stagione del classe ’96 non è ancora ovviamente terminata. Oltre ai tornei restanti, Berrettini ha anche l’opportunità per andare a giocare le ATP Finals, le quali si disputeranno in quel di Londra dal 10 al 18 novembre prossimi. Di questa opportunità, ne ha parlato in un’intervista rilasciata a Sky Sport, nella quale sono stati toccati anche altri argomenti.
LEGGI ANCHE: Cosenza internazionale: preso l’ex Monaco e Newcastle Riviere
Le parole di Berrettini
Le ATP Finals sono più una speranza che un obiettivo: “La speranza è l’ultima a morire. Era impensabile prima degli US Open, ma ora sono in ballo e il pensiero c’è. Non era un obiettivo prefissato a inizio stagione. Gli obiettivi fisici e tecnici rimangono comunque gli stessi, ma se dovessi continuare a giocare a questo livello ben vengano le Finals. Ora ci sono diversi tornei, San Pietroburgo, Pechino e Shanghai, poi andrò a Vienna e a Parigi-Bercy. Non sono molti, ma assegnano tanti punti. Anche se non riuscirò ad andare a Londra resterà comunque una stagione pazzesca“.
Un 2019 che lo ha visto protagonista su più terreni: “Mi sono sempre definito terraiolo. Sono cresciuto sulla terra, sul cemento facevo un po’ di fatica, ma ho sempre pensato che un giorno sarebbe potuta diventare la mia superficie preferita per caratteristiche fisiche e tecniche. Quest’anno ho fatto bene anche su erba, perciò mi trovo bene su tutte e tre e questa è la cosa più importante“.
Ci sono esperienze che ti fanno crescere in fretta, soprattutto in determinati tornei: “Quest’anno ho giocato negli Slam partite molto dure. Ho fatto esperienza in questo tipo di tornei, non ne ho giocati molti. Una cosa che mi ha sorpreso di me stesso è la tenuta fisica, ho giocato molti quinti set ma ho retto bene. La cosa buona del tre su cinque è che hai tempo per organizzarti e scaldarti, per esempio con Schwartzman a Wimbledon ero teso all’inizio, ma poi sono arrivato bene in fondo“.