Un violento incendio è divampato nella giornata di oggi all’interno della fabbrica Ics, industria produttrice di batterie per autoveicoli. L’alto contenuto di plastica e prodotti infiammabili ha reso difficile il lavoro dei vigili del fuoco.
La densa nube che si è propagata a causa dell’incendio avvenuto all’interno del nucleo industriale di Avellino, ha diffuso nell’aria sostanze altamente nocive. Preoccupante, in modo particolare, la diffusione di acido solforico, piombo e altri metalli.
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Incendio Avellino 13 settembre 2019: fabbrica di plastica in fiamme. Le zone interessate
In un comunicato stampa da parte della prefettura si legge che i comuni interessati dall’incidente sono, in modo particolare, Avellino, Solofra, Atripalda, Montoro, Monteforte Irpino e le altre zone limitrofe. I comuni elencati all’interno del comunicato dovranno adottare precise misure di sicurezza, come ad esempio tenere chiusi gli infissi ed evitare inutili spostamenti, sia a piedi che in auto.
La Ics, industrie composizioni stampati, è un’azienda italo-francese che produce rivestimenti in plastica per batterie, la vera e propria causa dello sprigionamento di acido solforico. Quest’ultimo, mescolato all’anidride carbonica dell’incendio, ha reso irrespirabile l’aria nelle zone colpite.
Incendio Avellino 13 settembre 2019: fabbrica di plastica in fiamme. Acido solforico, cos’è e cosa causa
L’ossiacido dello zolfo, meglio conosciuto come acido solforico, è un acido forte impiegato nella produzione di fertilizzanti e nella raffinazione del petrolio ed è contenuto all’interno delle batterie. In casi come questo è importante ribadire la pericolosità di tale acido. Oltre ad essere altamente corrosivo, causa lievi o gravi irritazioni alle vie respiratorie, agli occhi e alle mucose. A rischio, inoltre, anche vegetazione e colture.
In caso di incendi, è necessario dunque utilizzare apposite mascherine sterili per evitare di respirare acido e anidride solforica.
Maria Iemmino Pellegrino