Tadej Pogacar, il predestinato che fa sognare la Slovenia
La piccola Slovenia, all’ultima Vuelta a España, si è scoperta superpotenza ciclistica. Questo grazie al successo finale di Primoz Roglic, accompagnato sul podio dal classe 1998 Tadej Pogacar, 3° classificato, vincitore di tre tappe di alta montagna e della maglia bianca di miglior giovane.
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La carriera e le vittorie
Tadej Pogacar ha dei risultati da predestinato: l’anno scorso ha vinto il Tour de l’Avenir, la Grande Boucle degli Under 23 e quest’anno, a neanche 21 anni e alla prima stagione da professionista, ha vinto una tappa e la classifica generale alla Volta ao Algarve, piccola corsa a tappe portoghese, la classifica generale del Tour of California, i campionati sloveni a cronometro e appunto tre tappe alla Vuelta.
Si sapeva che il ragazzo sloveno fosse forte, ma nessuno si sarebbe mai aspettato un tale exploit nella corsa spagnola, primo grande giro a da lui disputato. E pensare che la sua UAE Emirates aveva perso più di un minuto nella cronosquadre di apertura per colpa di una caduta e che nella crono individuale si è gestito male, partendo fortissimo per poi perdere progressivamente terreno. Senza questi due inconvenienti, Pogacar sarebbe giunto almeno in 2a posizione alle spalle solo del suo connazionale e amico Roglic.
Ma andiamo ad analizzare le tre vittorie di Pogacar: la prima è arrivata su un arrivo in salita con un unico scatto secco negli ultimi due chilometri che ha stroncato Quintana e Soler, la seconda è arrivata su gentile concessione dello stesso Roglic, col quale, dopo aver seminato tutti gli avversari, si è involato verso il traguardo, mentre la terza è giunta con uno scatto prepotente ad oltre 30 km dal traguardo nella penultima tappa, l’ultima di montagna, sul Puerto de Peña Negra, che gli ha fatto guadagnare almeno un minuto e mezzo su tutti i suoi avversari e che gli ha permesso di sopravanzare Miguel Angel Lopez e Nairo Quintana in classifica generale.
Le caratteristiche di Pogacar
Tadej Pogacar è un corridore leggero, un passista scalatore dotato di una pedalata agile ma allo stesso tempo molto potente e redditizia. È anche un ottimo cronoman e, se migliorerà ulteriormente in questo esercizio, potrà negli anni prossimi affrontare una grande corsa a tappe alla pari di corridori come Roglic, Dumoulin, Froome e Thomas, atleti fortissimi sia in salita che a cronometro.
Ma, ciò che più stupisce di Tadej Pogacar è l’atteggiamento con cui corre, unito a una spavalderia e a un coraggio eccezionale per i suoi 21 anni. Lo sloveno infatti non ha paura di attaccare e ha una decisione negli scatti e in generale nella pedalata che molti atleti più esperti di lui ancora non hanno. Inoltre corre con grande senso tattico: infatti alla Vuelta ha sbagliato poco dal punto di vista strategico, senza contare che a supportarlo non aveva un team molto attrezzato.
È curioso come la sua squadra, la UAE, abbia speso parecchi soldi per atleti che sono in crisi di risultati come il nostro Fabio Aru, Fernando Gaviria e Daniel Martin mentre, con pochi soldi, sia riuscita a tesserare un atleta dalle straordinarie qualità che nella prossima decina di anni può scrivere pagine importanti della storia del ciclismo e garantire risultati importanti al suo attuale team.