Si è conclusa la prima due giorni di Champions League. In casa Italia il bilancio è in chiaroscuro, in realtà più scuro che chiaro: solo il Napoli è stato capace di trovare il successo battendo i campioni in carica del Liverpool, mentre Juventus e Inter si sono dovute accontentare di un pareggio dai due volti. Male invece l’Atalanta, uscita con le ossa rotte dalla sfida contro la Dinamo Zagabria.
Ma ora andiamo ad analizzare meglio le sfide delle nostre portacolori.
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Champions League: Inter e Napoli si scambiano i risultati
Doveva essere la sfida più agevole delle sei in programma quella casalinga contro lo Slavia Praga. E invece l’Inter, come spesso le accade, ha rovinato tutto portando a casa un pareggio in extremis e forse addirittura immeritato. Questo perché i cechi sono andati a San Siro con il coltello tra i denti, soffrendo il giusto nel primo tempo e alzando sistematicamente il baricentro nella ripresa. Il vantaggio non ha scalfito la loro voglia di far bene, tant’è che in contropiede i biancorossi hanno anche avuto la chance di chiudere la contesa. Il pareggio di Barella nel recupero è stato salvifico ma non troppo, alla luce delle ulteriori difficoltà che attraverseranno i nerazzurri in questo girone di ferro.
Il Napoli invece se l’è giocata alla pari con il Liverpool, rischiando ma anche facendo rischiare i reds, apparsi non particolarmente in palla a causa anche del bel gioco espresso dagli uomini di Ancelotti. La ripresa è stata decisiva, con le due reti che hanno permesso ai partenopei di togliersi una bella soddisfazione di fronte al proprio pubblico e cominciare al meglio una campagna europea che quest’anno deve durare oltre dicembre. In serate come queste, in partite come queste, vincere ti regala un morale altissimo che può portare benefici anche durante le settimane seguenti.
Juve amara, Atalanta di più
Anche la Juventus era attesa da una partita molto difficile in questa prima giornata di Champions League. Contro l’Atletico Madrid i bianconeri sono partiti in sordina ricordando i tempi in cui sulla panchina sedeva Max Allegri, concentrandosi più sulle ripartenze e rischiando qualcosa di troppo grazie ai frizzanti primi quarantacinque minuti di gioco dei padroni di casa. Il vantaggio arrivato nel secondo tempo è stato frutto invece di un’azione corale da applausi in pieno stile sarriano, arrivata in un momento dell’incontro delicato e decisivo. Il raddoppio sembrava aver messo la partita in una facile discesa, ma la Vecchia Signora continua a mostrare gravi pecche sulle marcature da palle inattive; serve correggere al più presto questo fondamentale, diventato ora un vero e proprio problema di fondo.
L’Atalanta che non ti aspetti è stata distrutta dalla modesta Dinamo Zagabria. Per certo i croati hanno più dimestichezza in partite europee, ma la Dea ha pagato fin troppo l’emozione della prima volta in Champions, venendo surclassata e rispedita a casa con un pesante poker in saccoccia. Ora avverrà il classico ridimensionamento post sconfitta pesante ed inaspettata, utile soprattutto a far approcciare meglio questo genere di partite, soprattutto dal punto di vista mentale più che tecnico.