La Corte costituzionale della Repubblica Italiana, riunitasi poche ora fa nel Palazzo della Consulta, è chiamata a decidere in via definitiva sulle sorti di coloro i quali commetteranno, d’ora in poi, il reato di suicidio assistito. La pena per il reato di eutanasia, presente nell’articolo 580 del Codice Penale prevede una pena che va dai cinque ai dodici anni di reclusione.
La necessità da parte della Consulta di modificare o confermare quanto previsto dal Codice Penale, nasce dal processo ai danni di Marco Cappato, attivista italiano ed esponente di spicco dell’Associazione Luca Coscioni. Cappato è accusato di aiuto al suicidio per aver accompagnato Fabiano Antoniani, meglio noto come Dj Fabo, in Svizzera. Cioè il luogo in cui portò a termine il suo suicidio assistito.
Bioetica: cronostoria di un dibattito acceso e pluridecennale
Suicidio assistito Italia: Marco Cappato attende la decisione della Consulta
Marco Cappato attende il verdetto in compagnia della fidanzata di Dj Fabo, la quale aveva fin da subito approvato la decisione dell’uomo che amava, immobilizzato a causa di un grave incidente.
Fabiano Antoniani, in arte Dj Fabo, nel febbraio 2017 scelse di morire in Svizzera, dato che in Italia l’eutanasia costituiva, così come oggi, grave reato. Al fianco della sua fidanzata e accompagnato da Marco Cappato il quarantenne, divenuto ormai cieco e tetraplegico, aveva espresso la sua volontà di mettere fine alla propria vita e alle proprie sofferenze; volontà che poteva essere messa in atto solo grazie al suo suicidio assistito.
Suicidio assistito Italia: Dj Fabo, dibattito sempre aperto sul Biotestamento
La morte di Dj Fabo aveva dato vita ad un lungo dibattito giuridico, politico e per certi morale. Si iniziò infatti a discutere su una legge sul Biotestamento, più volte però rinviata. Per questo motivo Fabiano Antoniani si era visto costretto a lasciare la propria casa per recarsi in Svizzera. Le ultime volontà dell’uomo vennero accolte da Marco Cappato il quale, da alcuni anni, conduce una dura campagna per il riconoscimento dell’eutanasia.
Il delicato argomento va ad inserirsi in un dibattito, ben più ampio e più che mai attuale, quello sulla Bioetica.
Maria Iemmino Pellegrino