Nadia Toffa, ultimo video delle Iene: cosa diceva sulla sua morte
Parte una sigla, si alza il sipario, Nadia Toffa entra in studio e dà il benvenuto alla folla che applaude. Una, due, tre volte, e poi ancora, sempre con un vestito diverso, il suo sorriso, la sua voce. Ma com’è possibile? Nadia Toffa non c’è più. E poi il video rallenta e dai ricordi filmati si passa al palco, quello vero. E allora entrano tutti, sulle note di “You can’t always get what you want” dei Rolling Stones. 100 Iene, con il vestito d’ordinanza: ci sono Claudio Bisio, Enrico Brignano, Luciana Littizzetto, Alessandro Cattelan, Claudio Bisio, Simona Ventura, ovviamente Alessia Marcuzzi. Ma i nomi non contano: sono 100 Iene, e sullo schermo, nello sfondo, il fermo immagine di Nadia Toffa, anche lei vestita da Iena, che tende le braccia quasi a voler stringere tutti quelli che sono lì presenti. Tutti applaudono, tutti si alzano in piedi, omaggiando una Iena che ha calcato quei palchi e che, purtroppo, ha perso la sua battaglia contro il cancro.
Nadia Toffa: le 100 Iene e il discorso di Alessia Marcuzzi
“Eccoci qui…”, esordisce una commossa Alessia Marcuzzi con gli occhi lucidi e la voce rotta, nella puntata inaugurale della nuova stagione di Le Iene. “Eccovi qui, grazie. È tutto merito suo”, dice indicando l’immagine di Nadia Toffa sullo sfondo. “Abbiamo pensato 1000 volte su come cominciare questa prima puntata delle Iene senza di lei. Dietro di me ci sono delle persone che conoscevano Nadia molto meglio di me e spero di dire le cose giuste. La cosa migliore da fare, secondo noi, era quella di stare qua, tutti uniti, tutti insieme. E in qualche modo festeggiare la vita. Perché questo è quello che voleva Nadia, lei sorrideva sempre. Proveremo a sorridere stasera, ci proveremo in tutti i modi ma non sarà mai uguale a quello che vedete lì”. Quindi la Marcuzzi prosegue parlando di quello che aveva Nadia, noto ad alcuni, ignoto ad altri. “Tutti speravamo che quel momento tardasse il più possibile, o meglio, non arrivasse mai. Però, quando è arrivato il momento la botta è stata troppo forte. Ed è stata troppo forte anche per voi. Tutto l’affetto che abbiamo ricevuto, che la famiglia di Nadia ha ricevuto, è stato qualcosa di gigante. Era il potere di Nadia, come fosse un fluidificante umano, ci metteva tutti insieme. Grazie per tutto quello che ci avete dato in questo periodo”.
Sempre trattenendo a stento la commozione, la Marcuzzi rivela quindi una cosa che forse non tutti sanno. “Sin dalla prima operazione, Nadia sapeva tutto. Sapeva che il suo cancro, che lei chiamava con il suo nome, non le avrebbe dato più di un anno di vita. Quando lei diceva, anche giocando, di digitare su Google la malattia che era capitata a lei, l’unica cosa che puoi fare in quel momento è solo sederti, perché ti gira la testa, ti manca il respiro, non puoi fare altro che sederti. Tutti siamo abituati a vedere la Nadia combattiva, la Nadia delle inchieste, grintosa, che lottava con tutta se stessa. Però voglio dirvi che anche lei ha pianto, ha pianto tanto. Anche lei si è dovuta sedere, perché le girava la testa, le mancava il respiro. E cos’ha deciso di fare quella guerriera lì? Ha deciso di combattere il cancro a modo suo, che non gliela doveva dare vinta, che doveva andare avanti e sorridere. Aveva tanta paura, le persone che la conoscono bene lo sanno, ma non voleva dargliela vinta. Ha continuato a lavorare e a non vergognarsi”. La battaglia di Nadia è stata anche per tutti quelli che sono malati, ma che continuano a combattere con dignità e con grande forza. “Lei diceva sempre che non conta quanto vivi, ma come vivi. Lei ha fatto della sua vita quello che ha sempre voluto fare, questo grazie a voi”, ha detto girandosi verso le Iene alle sue spalle. “Nadia voleva fare la Iena sin da quando era studentessa e lei voleva indossare questa giacca qua e questa cravatta fin da quando era piccola. Voi siete il motivo per cui Nadia è entrata nei nostri cuori”. Infine, l’ultimo saluto, rivolto a Nadia Toffa: “Io non so se ci senti. Secondo me sì, sei emozionata e ci stai guardando. Questo è merito tuo. Tu sei una ragazza magica, ci hai riuniti tutti qui, e adesso ci stai guardando da qualche parte e ti salutiamo”.
L’ultima video testimonianza
Ma il lungo e commovente addio alla Toffa non finisce qui, perché la giornalista ha voluto lasciare una video testimonianza, che lei definiva una sorpresa. Così, un giorno di dicembre, ha pensato di lasciare un saluto di una quindicina di minuti, davanti a una telecamera. “La sorpresa è questa”, esordisce. “Io vorrei incontrare amici, persone care, che hanno lasciato il segno nella mia vita, in questo ultimo anno, insomma, persone che contano. Vorrei che mi aiutassi a filmare questi incontri”. “In quest’ultimo anno sono cambiata tantissimo”, prosegue. “Ho capito che conta molto non quanto vivi, ma come vivi. Io spero di avere più tempo possibile, sto facendo quel che posso per ritardare il più possibile la mia morte. Il problema è che continua a tornare ‘sto tumore, vedremo quanto tempo ho ancora, non molto credo”. Così la giornalista afferma di voler chiedere alle sue persone care come l’hanno vista e vissuta dall’esterno. Le hanno sempre detto che era molto gioviale e sorridente, ma lei vuole che la gente le dica la verità, quello che pensano davvero. “Le persone che nel momento del bisogno ci sono davvero, poi le conti sulle dita di una mano. Un dolore, una tragedia ti sbatte in faccia anche questo. Chi sono i conoscenti, chi sono gli amici, la verità insomma e io amo la verità”.
In un momento della video-intervista, Nadia mostra la maglietta nera che indossa. Sopra c’è scritto I’m a monster. “Sai cosa significa mostro in latino? Significa prodigio. Monstrum. A me piace sapere le cose, ma mi rendo conto a quante poche cose so. Io adesso voglio dare una chance a me stessa di sapere la verità”. Ma chi sono le persone che Nadia vuole incontrare? La mamma, Max, due compagni delle superiori, Margherita e Francesca, un ragazzo di Brescia che si chiama Tommaso e che per Nadia è come un fratello, il boss Davide Parenti. Nadia cita anche Berlusconi, che ha fatto partire l’elicottero da Trieste quando è stata male e l’ha fatta arrivare al San Raffaele e che ha sempre chiesto notizie sulle sue condizioni. Una persona che non ha mai conosciuto, ma che vorrebbe ringraziare. Tra le altre persone c’è anche Sara, una delle sue migliori amiche, la nonna Maria, la nipotina Alice che le assomiglia un sacco. Ma perché filmare tutto questo? “È come congelare un istante, una fotografia in movimento di noi, delle persone importanti per me”.
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