Era il 14 febbraio del 2004 quando nella stanza del residence Le Rose di Rimini venne ritrovato il corpo senza vita di Marco Pantani. Una morte, quella del ciclista, che ha fatto parecchio discutere e che a quanto pare ancora continua a far parlare di sé. A quasi 16 anni di distanza da quella tragedia a Le Iene ha parlato il suo spacciatore, Fabio Miradossa, che ha affermato che Pantani è stato ucciso, aprendo così ulteriori punti interrogativi sulla questione.
Marco Pantani “è stato ucciso”: parla lo spacciatore
Non è stata la cocaina a far morire Pantani: il ciclista “è stato ucciso”. Questa la convinzione di Fabio Miradossa, spacciatore napoletano che vendeva al ciclista la cocaina. Fu lui a vendergli l’ultima dose, ma per Miradossa non fu quella a ucciderlo. Un’affermazione che potrebbe riaprire un caso ormai chiuso da tempo per la giustizia, secondo la quale Marco Pantani avrebbe esagerato con la droga. Intervistato dalla Iena Alessandro De Giuseppe, Miradossa sembra avere le idee chiare: “Marco è stato ucciso. Magari chi lo ha ucciso non voleva farlo, però è stato ucciso. Non so perché all’epoca giudici, polizia e carabinieri non siano andati fino in fondo alla questione. Hanno detto che Marco era in preda del delirio per gli stupefacenti, ma io sono convinto che Marco era lucido quando è stato ucciso. È stato al Touring, ha consumato lì e quando è ritornato allo Chalet era lucido”.
Lo spacciatore rivela anche altri dettagli sulla dipendenza del ciclista. Pantani “non sniffava, ma fumava e in quella stanza c’è solo traccia di cocainomani che sniffavano”. Insomma, il campione di ciclismo non amava sniffare, preferendo alla cocaina il crack. “Chi ha creato quella situazione non era informato bene”, prosegue Miradossa nelle sue rivelazioni.
“Il video della polizia scientifica potrebbe essere stato manomesso”.
Ad allungare la lista dei sospetti ci ha pensato anche un esperto di investigazioni contattato dalla trasmissione di Italia 1: “Il video della polizia scientifica girato nella stanza dove fu trovato morto Marco Pantani potrebbe essere stato manomesso”. Tutto ruota attorno alla cassetta danneggiata e poi ricostruita in laboratorio, successivamente “rovinata” dalla scientifica al lavoro sui fermi immagine della stessa. Altro punto interrogativo difficilmente decifrabile: come può la scientifica rovinare una prova semplicemente andando avanti e indietro per bloccare dei fermi immagine? Ma soprattutto, come può un nastro uscire dalla cassetta senza che sia stato tirato fuori a mano?
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La questione dei soldi
È possibile che in quella stanza allora qualcuno cercasse del denaro. E un altro indizio proviene dalla confessione di Miradossa: “Marco aveva prelevato 20 mila euro a Milano. Al pm ho detto di cercare i soldi perché in quella camera chi ha ammazzato Marco è perché cercava i soldi. Sapevo di quei soldi perché erano per me, un po’ per un debito vecchio e un po’ per una fornitura”. Lo spacciatore rivela che stando alle prime ricostruzioni avvenute dopo l’episodio, il suo uomo avrebbe portato a Pantani 15-20 grammi di cocaina. “Non si può morire per 15-20 grammi di cocaina”. Lo spacciatore, infine, esclude anche l’ipotesi del suicidio: “Può essere stato un debole che ha reagito buttandosi nella droga, ma che abbia voluto uccidersi no”.
In conclusione, spiegano Le Iene, Alessandro De Giuseppe “è stato ascoltato dalla commissione Antimafia, alla quale ha raccontato tutti gli elementi raccolti e in suo possesso”. Per vedere il video integrale del servizio, vi invitiamo a cliccare su questa pagina.