Oggi lunedì 14 ottobre 2019 Google dedica il suo Doodle a Joseph Antoine Ferdinand Plateau, fisico belga inventore del fenachistoscopio, nato 218 anni fa. Ma cos’è e come funziona il fenachistoscopio? E chi era Plateau? Andiamo a scoprirlo nel seguente profilo biografico.
Chi era Joseph Antoine Ferdinand Plateau
Joseph Antoine Ferdinand Plateau può essere definito a tutti gli effetti come uno dei primi pionieri della tecnica cinematografica. Non male per un uomo nato a Bruxelles il 14 ottobre 1801 e morto a Gand, sempre in Belgio, il 15 settembre del 1883, ovvero 13 anni prima che i fratelli Lumière proiettassero per la prima volta al pubblico L’arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat.
Plateau si laureò in Scienze Matematiche e Fisiche all’Università di Liegi nel 1829, per poi diventare professore di Fisica Sperimentale presso l’Università di Gand e redigere una tesi di dottorato sul comportamento della retina. La sua invenzione più importante, che è anche quella per cui viene più ricordato, riguarda il fenachistoscopio, a cui dedicheremo una descrizione più ampia nel paragrafo successivo. Plateau, tuttavia, fu anche importante per aver focalizzato i propri studi sull’instabilità capillare di un cilindro liquido e formulò una serie di leggi relative alla misurazione e definizione di una superficie minima con confini dati che porta il suo nome.
Componente fondamentale dei suoi studi era comunque lo sguardo, l’occhio e le immagini, in particolare quelle impresse sulla retina. Il fisico perse la vista, presumibilmente, alcuni anni dopo aver fissato più volte il sole al fine di misurare il tempo in cui la sua immagine fosse stata impressa sulla retina (esperimento da non fare mai).
Smartphone in uscita a ottobre 2019: modelli e calendario date
Cos’è il fenachistoscopio e come funziona
Il fenachistoscopio rappresenta uno dei premi strumenti utilizzati per studiare quella che poi venne definita a tutti gli effetti la tecnica cinematografica. Inventato da Plateau nel 1832, consentiva di visualizzare immagini in movimento. Si tratta, più precisamente, di una specie di stroboscopio composto da due dischi: sul primo vi erano delle finestrelle radiali separate alla stessa distanza, dietro il quale si celava il secondo disco su cui invece era impressa una serie di immagini. La corretta rotazione dei due dischi (e a una determinata velocità) provoca dunque l’animazione, e quindi l’illusione del movimento.
I più curiosi potranno osservare alcuni dischi originali realizzati per il fenachistoscopio di Plateau al Museo del Cinema di Torino, nella sezione dedicata alla Archeologia del Cinema.