Con il Giro Lombardia corso lo scorso sabato e vinto a sorpresa dall’olandese Bauke Mollema, si è conclusa quasi definitivamente anche questa stagione ciclistica. Restano infatti pochissime gare che vedranno impegnati altrettanti team World Tour, come ad esempio il Tour of Guangxi, quindi si può già stilare un rapporto relativo a questi lunghi e faticosi dieci mesi di corsa.
Oggi abbiamo deciso di comporre una personalissima top 5 nella quale andremo a proporvi i nostri cinque nomi di chi si è meglio messo in mostra quest’anno.
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La nostra top 5: Roglic implacabile, poche sorprese
PRIMOZ ROGLIC: è sicuramente l’uomo copertina di questo 2019. Lo sloveno ha dominato in lungo e in largo, mettendo a referto dei numeri straordinari da febbraio ad ottobre. Dopo aver concluso al terzo posto finale il Giro d’Italia, in agosto si è “consolato” con il successo alla Vuelta, in tre settimane nelle quali ha definitivamente messo in mostra il suo talento dimostrandosi corridore a 360 gradi. E pensare che la bicicletta ha deciso di inforcarla a seguito di un bruttissimo incidente occorsogli quando saltava con gli sci. In quest’annata fantastica, Roglic ha trionfato anche all’UAE Tour, alla Tirreno-Adriatico, al Giro di Romandia, al Giro dell’Emilia e, per concludere, anche alla Tre Valli Varesine, per un totale di ben tredici sigilli stagionali.
JULIAN ALAPHILIPPE: un altro corridore che ha dimostrato tutto il suo talento e valore è stato il francese. Al Tour le tre settimane più belle, con la maglia gialla indossata quattordici giorni e un quinto posto finale che non può assolutamente lasciare l’amaro in bocca. D’altronde lo sapevamo che per lui salire sul gradino più alto del podio era soltanto un’utopia, non avendo le caratteristiche più adatte per vincere la Grand Boucle. Ma, nonostante ciò, ha saputo esaltare ed emozionare tutto il pubblico. La vittoria più importante è stata sicuramente la Milano-Sanremo, a cui vanno aggiunte due tappe alla Vuelta San Juan, la Strade Bianche, due tappe alla Tirreno-Adriatico, una al Giro dei Paesi Baschi, la Freccia Vallone, una tappa al Giro del Delfinato ed infine altre due proprio al Tour de France.
JAKOB FUGLSANG: abbiamo deciso di premiare il coriaceo corridore danese, autore anch’egli di un’annata da ricordare. Bellissima la lotta nelle classiche con il sopracitato Alaphilippe, a cui spesso si è dovuto arrendere. Ma il buon Jakob quest’anno ha saputo vincere soprattutto la Liegi-Bastogne-Liegi, il Giro del Delfinato e una tappa alla Vuelta, oltre al Giro dell’Andalusia e una tappa alla Tirreno-Adriatico. Unico rimpianto un Tour dal quale si è dovuto ritirare complici due cadute e nel quale avrebbe potuto lottare per entrare quantomeno nella top ten. Da segnalare infine uno splendido lavoro di gregariato quando chiamato in causa, ruolo nel quale riesce a figurare benissimo dimostrandosi un corridore molto completo.
EGAN BERNAL: dopo un ottimo 2018, ci aspettavamo al varco il piccolo grande colombiano. In marzo ha messo le cose in chiaro vincendo la Parigi-Nizza ma, poco prima dell’inizio del Giro, si è infortunato in allenamento dovendo saltare dunque la corsa rosa. Si è ripresentato alle corse e in giugno ha vinto il Giro di Svizzera, prima di portarsi a casa anche il Tour de France il mese successivo. Sulle strade francesi si è dimostrato corridore solido, furbo, sempre sull’attenti e fortissimo in salita, doti non sempre comuni ai ciclisti ventiduenni o più in generale di quella generazione. Dopo un periodo di meritato riposo, è stato autore anche di un gran finale di stagione nel quale ha portato a casa la Gran Piemonte e un ottimo terzo posto al Giro di Lombardia, oltre ad altri svariati piazzamenti importanti.
MADS PEDERSEN: ultimo, ma non per importanza, un altro danese. Due successi stagionali per lui: il Grand Prix d’Isbergues e, dulcis in fundo, il campionato del mondo. Nello Yorkshire il ventitreenne ha beffato a sorpresa tutti quanti, compreso il nostro Matteo Trentin, ottenendo un successo inaspettato quanto fondamentale. Ora per lui nel 2020 dovrà arrivare la definitiva consacrazione ed avere indosso la maglia iridata non può che aiutarlo a trovare le forze e la determinazione giuste.