Laureati in Italia ed Europa: confronto percentuali Istat 2019
Nonostante i livelli di istruzione siano in aumento nel nostro Paese, siamo indietro rispetto alla media europea sia per quanto riguarda il numero di diplomati che quello dei laureati in Italia. Per questi ultimi la possibilità di trovare un impiego aumenta eppure il nostro Stato è quello che conta più abbandoni agli studi.
Situazione particolare poi è quella delle donne che, pur essendo in vantaggio per quanto riguarda la formazione scolastica e universitaria, continuano ad avere tassi di occupazione inferiori. Ma facciamo un po’ di chiarezza!
Laureati in Italia ed Europa: confronto percentuali Istat 2019
I dati raccolti dall’Istituto nazionale di statistica riportano che sono due su dieci i laureati in Italia ovvero il 19,3% mentre l’Europa raggiunge il 32,33% con tre su dieci. Pur essendo in atto un trend positivo nel nostro Paese, la popolazione con la corona d’alloro ha avuto una crescita più contenuta rispetto a quella dell’Ue.
Senza alcun ombra di dubbio i più giovani risultano essere i più istruiti della Penisola potendo contare su il 75,9% dei 25-34 enni con il diploma di scuola secondaria superiore contro il 47, 9% dei 60-64 enni. Nonostante il miglioramento il nostro Stato anche in questo caso è in svantaggio rispetto agli altri dell’organizzazione internazionale politica ed economica a carattere sovranazionale.
Il divario con gli stranieri
Inoltre per quanto riguarda l’innalzamento al 40% delle quota di 30-34 enni in possesso di una laurea, l’Ue con il 40,7% ha complessivamente portato a termine l’obiettivo nel 2018 e mentre Regno Unito, Spagna e Francia già da alcuni anni ci sono riusciti, la percentuale dei laureati in Italia nella fascia d’età sopracitata è pari al 27,8% posizionandosi in questo modo al penultimo posto nell’Unione Europea.
Grande distanza c’è anche tra italiani e stranieri. Tra questi ultimi infatti il 47,95% ha conseguito il diploma di scuola secondaria superiore e solo il 12,45% ha un titolo terziario a differenza dei nostri connazionali che registrano rispettivamente il 63,3% e il 20,1%.