Luis Muriel e quel che sarebbe potuto essere ma non è stato… ancora
“Questo sarà il suo anno“.
E’ una frase che nel mondo del calcio viene ripetuta in continuazione, chissà da quanto tempo. Poche semplici parole che trasudano speranza, riposta nei confronti di qualche personaggio dal quale ci si aspetta l’imminente consacrazione. Alcune volte ciò si avvera, in altre occasioni resta solo l’amaro in bocca per un preciso momento che si aspetta, ma pare non arrivare mai.
Quest’ultimo è il caso di Luis Muriel, ogni anno atteso al varco della personale esplosione e ogni anno rimasto lì, inesploso proprio sul più bello.
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Una promessa non mantenuta chiamata Luis Muriel
Fin dal suo approdo in Italia nell’ormai lontano 2010 sapevamo che il ragazzo prometteva bene. Lo sapeva anche l’Udinese, che lo ha scovato nel campionato colombiano decidendo di mandarlo a fargli fare le ossa nella Segunda Division spagnola, precisamente al Granada.
Ma è a Lecce che Muriel si è messo in mostra, trascorrendo dodici mesi su alti livelli. Poi un via via di annate alternate costantemente da acuti e sparizioni che gli hanno fatto girare diverse squadre: Sampdoria, Siviglia, Fiorentina e ora Atalanta, ma senza mai riuscire ad esprimersi totalmente.
Eppure di talento il classe ’91 ne ha da vendere, tanto da essere spesso paragonato in passato a Ronaldo il Fenomeno per le movenze e la rapidità, oltre all’alta propensione nei dribbling che in alcuni casi ricordava proprio l’asso brasiliano. Ma Luis Muriel ha sempre pagato una forma fisica non proprio perfetta, risultando essere spesso sovrappeso e creando di conseguenza anche qualche problema ai suoi allenatori.
Oggi ha dimostrato un’altra volta il suo vero valore: chiamato in causa dall’inizio per sostituire il connazionale Duvan Zapata, infortunatosi in nazionale, Muriel ha siglato una doppietta in casa della Lazio in cinque minuti tra il 23′ e il 28′, portandosi già a quota cinque marcature in campionato. Se non dovesse incappare in altri infortuni, il colombiano potrebbe forse riuscire a mostrare tutto il suo repertorio con indosso la maglia della Dea. Ma non ne siamo sicuri, d’altronde sono quasi dieci anni che tutti si aspettano il momento giusto.
A ventotto anni chiaramente non si è sulla via della pensione e quindi in fondo qualcuno ci spera ancora. Ma quel che possiamo dire con certezza è che, nel bene come nel male, questo è Luis Muriel e bisogna accettarlo. Nonostante magari qualche rimpianto di troppo.