Nella trasferta nipponica, Marc Marquez fresco di mondiale appena vinto, non si lascia scappare l’ennesima vittoria. La Honda conquista, sul tracciato di casa il titolo costruttori mentre l’Italia del motomondiale sorride ai campioni della Moto 3 e della Moto 2, Dalla Porta e Luca Marini. Amarezza in classe regina dove Rossi cade a 4 giri dal termine. Unica nota positiva, Andrea Dovizioso, il quale festeggia i 100 podii in carriera. Ecco ora un’analisi completa della gara.
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In casa Honda quest’ultima vittoria è solamente la ciliegina sulla torta di un campionato eccezionale, portato avanti dal pilota più forte del mondo e candidato, probabilmente, ad essere uno dei migliori in assoluto della storia di questo sport. Motegi è una finestra sul campionato che verrà: la curiosità si addensa soprattutto attorno a determinati piloti. Quartararo si conferma il giovane più promettente a differenza di molti rookie del passato. Non ha fatto vedere solo prestazioni occasionali ma una certa continuità, sfiorando, non poche volte, la vittoria. La Ducati nonostante l’ottimo sviluppo della moto è ancora seconda o forse terza. C’è bisogno che la casa italiana tiri fuori qualcosa di meglio e soprattutto c’è bisogno che i suoi piloti siano più continui nelle prestazioni. Totalmente da dimenticare è la gara della Yamaha ufficiale che si conferma la quarta scuderia, con il solo Vinales che porta a casa risultati.
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Valentino Rossi ha vissuto senz’altro momenti migliori. Dopo l’incoraggiante inizio di stagione, che lo ha visto, per le prime cinque gare secondo in classifica, il centauro di Tavullia non è riuscito più a stare al passo degli avversari. La Yamaha ha cercato di portare novità ma queste ultime hanno dato scarsi risultati. Molte sono state le cadute, le brutte prestazioni. Degli sviluppi ha giovato solo Vinales, che è stato anche l’unico a far vedere cose interessanti. Più che ricominciare, il team dei tre diapason, ha bisogno di un miracolo, di una rinascita monumentale.
Francesco Somma