Allerta sanitaria lanciata in tutta Europa a margine dell’attività di controllo della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia. Nel mirino le vongole contaminate (qui un altro caso da noi raccontato di contaminazione alimentari). Il rischio è la commercializzazione di vongole pescate illegalmente ed immesse sul mercato nonostante la concentrazione superiore al consentito di metalli pesanti. Sono stati pertanto intensificati i controlli al fine di individuare la presenza delle vongole contaminate eventualmente messe in commercio.
Vongole contaminate, attività di monitoraggio e vigilanza
Gli uomini della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia, come riportato dal sito ilsalvagente.it, hanno condotto un’investigazione seguita a delle richieste di autorizzazioni alla pesca subacquea professionale da esercitare nell’area vicina alla Foce del fiume Sarno.
“Richieste che ci hanno insospettito – ha dichiarato Ivan Savarese in qualità di Comandante della Capitaneria – facendoci avviare un’attività di continuo monitoraggio e vigilanza. Ed è emerso che alcune persone avevano iniziato a dedicarsi ad attività di pesca illegale di esemplari di vongola verace raccolti nello specchio acqueo prospiciente la Foce del Fiume Sarno e nella più ampia zona marina circostante lo scoglio di Rovigliano, al confine tra Castellammare e Torre Annunziata”.
Con i controlli si sta cercando di capire se “le vongole al veleno venivano aggiunte a quantitativi già presenti sul mercato lecitamente, con la filiera di provenienza tracciata”.
L’esito dei controlli
Nell’area in questione è vietata l’attività ittica a causa della presenza di notevole inquinamento. Dopo le indagini grazie alle condotte dall’Asl Napoli 3-Sud, dall’Arpac, dell’Istituto zooprofilattico e dal Dipartimento di Sanità Pubblica presso la Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II è stata appurata la presenza di metalli pesanti, come piombo, cadmio, zinco, oltre i valori previsti per legge. Motivo per cui sono state denunciate circa dieci persone all’autorità giudiziaria.
“Abbiamo già denunciato – ha spiegato il comandante del nucleo di polizia giudiziaria, Marcello Manfredi – una decina di persone e presto scatteranno altri provvedimenti. I reati sono gravissimi, attentato alla salute pubblica e frode, reati puniti con diversi anni di carcere. Dagli accertamenti che abbiamo condotto possiamo affermare con assoluta certezza che ad operare sono le stesse bande che hanno devastato le rocce della penisola sorrentina per estrarre i datteri di mare. Non appena si sono sentiti accerchiati in quella attività, hanno trovato nuove fonti di reddito”.