Salmonella uova Italia: lotti sequestrati dei Nas e dov’è successo

Pubblicato il 28 Ottobre 2019 alle 13:51 Autore: Daniele Sforza
Salmonella uova Italia: lotti sequestrati dei Nas e dov’è successo

Una maxi operazione da parte dei carabinieri del Nas su diverse aziende in tutta Italia ha portato un bilancio piuttosto importante sul commercio delle uova. I risultati dei controlli hanno infatti portato al sequestro di 32 mila uova, 4.600 galline ovaiole, nonché 30 tonnellate di mangimi. A tutto questo, come riporta Il Mattino, si sono aggiunte 101 violazioni amministrative e penali contestate, denunce per maltrattamento di animali e commercio di frode nei confronti di 7 operatori del settore e la chiusura o sospensione di 9 aziende in tutto. I controlli sono stati effettuati nel mese di settembre in 373 aziende e le irregolarità riscontrate hanno rappresentato il 18% della rete complessiva sul campione dei controlli, pari a 66 casi.

Salmonella uova Italia: il bilancio dei controlli Nas

Come riferisce il quotidiano partenopeo, i Nas hanno riscontrato “situazioni di sovraffollamento nella stabulazione degli animali, mangimi in cattivo stato di conservazione, uova vendute per qualità diverse da quelle possedute, prive di tracciabilità o con stampigliature fuorvianti, detenute in condizioni e ambienti non idonei, in alcuni casi in strutture abusive”. Dai rilevamenti effettuati sono state segnalate anche condizioni sanitarie e strutturali precarie, con elevato livello di rischio di sicurezza per i lavoratori del settore. Ciò ha portato dunque alla chiusura o sospensione “di 9 aziende di allevamento, lavorazione e logistica, il cui valore economico ammonta a oltre 2 milioni di euro”. Per ciò che concerne le violazioni contestate, il valore economico si attesta a 130 mila euro, mentre per quanto riguarda il sequestro di uova, galline ovaiole e mangimi la perdita è stata di 185 mila euro.

Nel report diffuso dai Carabinieri si rivela che sono stati effettuati degli esami approfonditi su 133 campioni di uova e prodotti derivati, al fine di rilevare “l’eventuale impiego di sostanze non consentite, non solo in riferimento a disinfestanti e insetticidi, ma anche all’uso indiscriminato di antibiotici e medicinali, nonché alla corretta somministrazione di alimenti zootecnici e dell’acqua”. Per il momento, sul 30% dei reperti eseguiti, non sono state riscontrate irregolarità. Ci si è comunque focalizzati sul blocco di situazioni particolarmente rischiose per il commercio e la salute, “come la mancata adozione delle misure di biosicurezza previste dai piani di controllo e sorveglianza per la prevenzione dell’influenza aviaria”.

L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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