Come ogni anno, sin dal 1991 quando è stata istituita su iniziativa dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della Sanità, anche in questo 14 novembre 2019 ricorre la Giornata mondiale del diabete. La data è stata scelta perché giorno di nascita del fisiologo canadese Frederick Grant Banting che scoprì l’insulina nel 1921.
Giornata mondiale del diabete: in cosa consiste la patologia?
In base alla classificazione elaborata dalla stessa Oms è possibile distinguere diverse tipologie di diabete; a parte quello gestazionale o gravidico e le forme “rare” della patologia, che possono essere riunite in un unico macro gruppo, la maggior parte dei malati è affetta dal diabete mellito di tipo 1 e dal diabete mellito di tipo 2. Se il primo riguarda circa il 10% dei casi, il secondo, cioè il diabete mellito di tipo, è di certo quello maggiormente diffuso visto che riguarda più o meno il 90% dei casi.
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In generale, si può dire che il diabete mellito consiste in una disfunzione che porta a un aumento della concentrazione del glucosio nel sangue. Più precisamente, chi soffre di diabete ha delle cellule che non rispondono all’insulina o ha un pancreas che non ne produce abbastanza. L’insulina è fondamentale perché il glucosio, che viene assunto tramite l’alimentazione, si trasformi in energia.
Sensibilizzare su una patologia molto diffusa
In Italia, stando ai dati della Società di Diabetologia, il dato dovrebbe attestarsi intorno ai 4 milioni di malati (anche se più di un milione di persone potrebbe soffrirne senza saperlo). Secondo l’International Diabetes Federation, al momento, 425 milioni di persone soffrono di diabete nel mondo; entro il 2045, la cifra potrebbe raggiungere quota 629 milioni.
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Tuttavia, stimano dalla Federazione internazionale, basterebbe fare una maggiore attività fisica e alimentarsi correttamente per prevenire l’insorgere del diabete mellito 2, per esempio, nel 50% dei casi. D’altro canto, il 70% delle morti premature dovute al diabete è legato ad un errato stile di vita.