Paola Santoro era una giornalista, aveva poco più di venti anni quando iniziò da stagista a D, l’inserto settimanale di Repubblica. Ma subito si era fatta notare per la sua grande voglia di fare, per la sua determinazione e soprattutto per il suo talento nel raccontare delle semplici notizie in bei pezzi, belle storie. Sapeva riconoscere anche il lavoro altrui: umiltà, ottimismo e generosità erano le caratteristiche che la distinguevano, come fanno notare i colleghi di Repubblica. La malattia era arrivata due anni fa, in questo lasso di tempo Paola Santoro ha lottato con tutte le sue forze, incoraggiata dall’amore del compagno Lele e della figlia Matilde.
Chi era Paola Santoro
“Era un’ottimista razionale e una pragmatica entusiasta”, scrive Mara Accettura sul quotidiano. “Era sveglia, ironica, allegra. Sapeva godere della vita e si interessava a quello che succedeva nel mondo come si interessava alle vite degli altri. Si accorgeva degli altri a livello professionale e umano”, e anche questo la rendeva una grande persona, oltre che una grande giornalista, in un settore dove spesso l’egocentrismo e il protagonismo la fanno da padroni. “Aveva un’autoironia fuori dal comune”, continua la Accettura. “Guerriera di indole, lavorava sodo e con grande senso del dovere non per sé, ma per il bene del gruppo, del giornale”.
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Poi si parla di affetti. Il compagno di vita Lele che la “fortuna” le ha regalato, la splendida Matilde che le faceva domande sulla vita e che la faceva commuovere ogni volta che ne parlava. “Con la sua scomparsa D perde una delle anime più importanti che hanno contribuito a farne il giornale che è, e noi una collega molto competente e un’amica molto amata”.
I funerali si sono svolti oggi, lunedì 18 novembre, alle ore 14.45 nella chiesa di Santa Maria del Suffragio di Corso XXII Marzo, a Milano. Porgiamo le più sentite condoglianze a tutti i suoi cari.