Yonghong Li è ancora vigile sul suo vecchio Milan. L’ex presidente rossonero, con tanto dispiacere, nel luglio 2018 ha dovuto lasciare il Milan al fondo Eliott perché non è riuscito a rimborsare un debito di 32 milioni, pur avendo investito una centinaia di più nei mesi scorsi. L’ex patron si è difeso utilizzando Twitter, mettendosi a disposizione per il club rossonero nel caso in cui servisse una mano se si trovasse in difficoltà.
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Le dichiarazioni di Yonghong Li
Yonghong Li ha voluto spiegare innanzitutto perché non è stato molto attivo sul suo account Twitter e come prima cosa ha dichiarato: “Non parlo inglese o italiano troppo bene, quindi ho dovuto restare fuori da Twitter fino ad ora. Ma alcuni amici mi stanno aiutando a tradurre. Quindi eccomi qui, con le mie idee sul calcio e in particolare sul Milan. In Cina molti si sono innamorati di un club italiano, perché il calcio italiano è stato il primo a essere trasmesso da noi. E il club italiano più magico e leggendario di tutti è stato il Milan“.
L’ex presidente si è poi sbilanciato parlando del suo errore nell’investire i fondi quando era a capo del Milan e si è poi offerto nuovamente al club rossonero: “Quando ho avuto l’opportunità di investire e dare il mio supporto finanziario ai rossoneri, sono stato felice di farlo, non come un capitalista di ventura che cercava un profitto in tempi rapidi ma da vero tifoso che era nella posizione di aiutare il club che amava. Avevo piani chiari per il futuro, ma questi piani sono stati demoliti e all’improvviso non sono stato più proprietario del mio amato Milan. Ma non sono andato via e se avrò l’opportunità di dare ancora una mano, di sicuro lo farò“.
Infine: “Se avrò l’opportunità di aiutare di nuovo, se c’è un modo in cui posso ancora farlo, sicuramente lo farò. Nel frattempo, parliamo insieme”.
Il caso della fascia tolta a Montolivo
Yonghong Li ha voluto mettere le cose in chiaro anche per quanto riguarda il discorso della fascia di capitano tolta a Riccardo Montolivo: “Montolivo è un giocatore illustre, ma questa decisione non è stata nostra. Le persone spesso ci hanno dato la colpa per i problemi del Milan in base alle loro esigenze, ma non siamo stati gli unici responsabili“.