Due uomini sono in stato di fermo per l’omicidio di Luigi Mignano, cinquantasettenne ucciso a colpi di pistola lo scorso 9 aprile a Napoli, quartiere San Giovanni a Teduccio. La vittima, al momento dell’agguato, stava accompagnando il nipote a scuola insieme a suo figlio, anch’egli rimasto lievemente ferito.
Le numerose accuse a carico dei due indagati vanno da quella di omicidio al tentato omicidio, fino alla detenzione illegale di armi.
I due arrestati si aggiungono alla lista dei sette membri del clan D’Amico, anche loro implicati nell’omicidio di Mignano.
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Omicidio Luigi Mignano: due arresti a Napoli, la dinamica
Sale a nove il numero delle persone in stato d’arresto per la morte del cinquantasettenne ucciso davanti agli occhi del nipotino. Dietro alla morte dell’uomo ci sarebbe la mano del clan D’Amico-Mazzarella. Nove persone, esecutori e mandanti, dovranno rispondere dell’omicidio di Mignano e del tentato omicidio di suo figlio Pasquale. Non si esclude, inoltre, che nel mirino della calibro 9 utilizzata ci fosse anche il nipotino della vittima.
Alla base dell’omicidio di Luigi Mignano ci sarebbe stato un regolamento di conti tra la famiglia dei Mazzarella e quella dei Rinaldi, le quali da anni si contendono il dominio della zona Est di Napoli.
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Le indagini e lo sgomento a San Giovanni a Teduccio
L’omicidio di Via Ravello aveva terrorizzato tutte le madri dei bambini che, in quell’istante, si trovavano nei pressi del cancello d’ingresso della scuola elementare di San Giovanni a Teduccio. A loro si è più volte rivolto il nucleo investigativo dei carabinieri di Napoli, rassicurando i genitori che tale gesto non sarebbe rimasto impunito. Gli assassini avevano agito noncuranti del luogo in cui si trovavano, mettendo a rischio la sicurezza di numerose famiglie.