Ezequiel Lavezzi dice addio al calcio giocato. Il giocatore dell’Hebei Fortune – club della Super League cinese – ha comunicato a tutti la propria volontà di appendere gli scarpini al chiodo, con un messaggio postato anche sui canali social: “Sarà la mia ultima partita come calciatore professionista. Sono stato molto felice all’interno del campo, me ne vado sentendomi utile! Grazie a tutti per tanto affetto“.
“Questa partita la ricorderò per sempre perché è l’ultima della mia carriera – ha detto al termine della partita persa dall’Hebei per 3-1 – Voglio godermi i miei figli, la mia famiglia. È il momento giusto per prendere questa decisione“.
Lavezzi si ritira a 34 anni: alle sue spalle un passato da grande giocatore
A distanza di più di dieci anni, ci si rende conto della grandissima lungimiranza e competenza del reparto scouting del Napoli, che nel lontano 2007 lo adocchiò acquistandolo a titolo definitivo dal San Lorenzo, club argentino per cui fa il tifo Papa Francesco, per intenderci. Quella in Campania, però, non è stata la prima ed unica esperienza italiana del Pocho In pochi, infatti ricordano una sua brevissima parentesi in prestito al Genoa dove non riuscì a collezionare nemmeno una presenza complice l’illecito sportivo che retrocesse il Grifone in Serie C, costringendo l’argentino ad essere ceduto.
Arrivò a Napoli tra lo scetticismo generale, un po’ quello che accompagna tutti i presunti fenomeni provenienti dall’Argentina, dovuto ad una condizione fisica non ottimale (eufemismo) con cui si presentò: i dubbi però, furono spazzati via appena alla seconda giornata, quando Lavezzi stupì i tifosi partenopei presenti al Friuli di Udine con una prestazione sensazionale. Da lì in poi, Mazzarri – suo allenatore nel corso di tutta l’esperienza napoletana – fece raramente a meno di lui e del suo talento: basti pensare che saltò soltanto una trentina di partite in cinque campionati.
El Pocho Lavezzi non è mai stato un goleador: trequartista, all’occorrenza seconda punta o esterno di attacco, aveva un’incredibile capacità di saltare quasi sempre il proprio diretto avversario. Re degli assist, più dei gol segnati che, in relazione al suo talento, non sono stati moltissimi: 48 in 5 stagioni tra campionato e Coppe. A Napoli, Lavezzi ha conquistato soltanto una Coppa Italia nel 2012.
Lavezzi lascia l’Italia nel 2012 e diventa grande
Nel 2012 il dolorosissimo (per i tifosi del Napoli) trasferimento al Paris Saint Germain per 30 milioni di euro, dove raggiunse l’amico ed ex compagno Cavani: in Francia ha vinto 3 campionati, 1 supercoppa e 1 coppa nazionale. Dopo tre anni splendidi, l’argentino ha cominciato a fare i conti con alcune scelte tecniche che lo hanno visto spesso escluso dai titolari e con gli infortuni: la sua esperienza parigina è durata quattro anni, al termine dei quali si è trasferito in Cina alla corte dell’Hebei Fortune.
Con l’approdo in Oriente, Lavezzi ha detto addio al palcoscenico del calcio che conta, ma anche lì non ha smesso di far divertire i propri tifosi. Dopo un primo anno singhiozzante, il classe ’85 ha messo a segno 32 reti in due stagioni, potendo vantare anche uno stipendio tra i più alti nel mondo del calcio, 20 milioni di euro netti a stagione: cifre da capogiro che non hanno comunque influenzato l’ultima scelta dell’argentino, quella di lasciare il calcio giocato (nonostante il contratto in essere) e di dedicarsi maggiormente alla famiglia. Tra i successi personali di Lavezzi è impossibile non menzionare la vittoria dell’oro olimpico nel 2008 ed il triplo secondo posto con la maglia dell’Argentina, rispettivamente nel mondiale del 2014, e nella Coppa America 2014 e 2015.