Morrissey ha annunciato, con un messaggio sul proprio sito, il nuovo disco I Am Not A Dog On A Chain, previsto per Marzo 2020. Prodotto da Joe Chiccarelli a Saint-Rémy, in Francia, per la BMG Records, Il nuovo lavoro del l’ex componente dei The Smiths conterrà 11 brani inediti.
I Am Not A Dog On A Chain sarà l’ultimo disco con la BMG
Stando alle dichiarazioni di Morrissey, il suo nuovo disco è: “Assolutamente il meglio di me… Troppo bello per essere vero… Troppo vero per essere considerato bello”. Come primo singolo ha scelto Bobby, Don’t You Think They Know? sul quale ha collaborato con Thelma Houston. Il lato B del disco presenterà un’interpretazione del classico dei Love Affair Rainbow Valley. I Am Not A Dog On A Chain, gia nel titolo, presenta una polemica di Morrissey contro il music business e il modo in cui tratta i musicisti. Molti hanno visto un legame tra il titolo del disco e il fatto che I Am Not A Dog On A Chain sia la conclusione della collaborazione con la BMG. In occasione dell’uscita del disco, Morrissey ha reso noto che la BMG ha pronte le versioni rimasterizzate di Southpaw Grammar, Maladjusted, You Are The Quarry, Ringleader Of The Tormentors, Years Of Refusal e Live At The Hollywood Bowl.
La tracklist del disco
Pr il nuovo album, Morrissey ha previsto undici canzoni, una delle quali Bobby, Don’t You Thnk They Know? scelta come singolo. Di seguito la tracklist di I Am Not A Dog On A Chain:
Jim Jim Falls – Love Is On Its Way Out – Bobby, Don’t You Think They Know? –
I Am Not A Dog On A Chain – What Kind Of People Live In These Houses? –
Knockabout World – Darling, I Hug A Pillow – Once I Saw The River Clean –
The Truth About Ruth – The Secret Of Music – My Hurling Days Are Done.
Il disco è il successore di Low In High School, che Morrissey ha pubblicato nel 2017.
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Dai The Smith alle polemiche
Steven Patrick Morrissey è considerato uno dei più brillanti esponenti del panorama musicale del Regno Unito, sia come musicista che come compositore e paroliere (i suoi testi sono oggetto di studio nelle Università). Deve la sua fama all’esperienza con gli Smith, durata dal 1982 al 1987, ma anche la sua carriera solista è stata costellata di successi. È riuscito a superare indenne momenti di bassa popolarità, riuscendo sempre a tornare al successo. Quel che è certo è che non ha mai rinunciato a far parlare di sé con le sue opinioni senza peli sulla lingua sui vegetariani, sulla Royal Family, sui diritti degli animali e sui discografici. Ultimamente è stato accusato di sostenere i partiti di estrema destra e di essere razzista. Lui, ribadendo l’appoggio – ma sempre critico – alla destra ha detto, a proposito del razzismo: “Chiamare qualcuno razzista, nella Gran Bretagna Moderna, significa aver finito gli argomenti, chiudere la conversazione e scappare”. Si è comunque scusato con Robert Smith dei Cure per le cose dette negli Anni 80. Le polemiche e i boicottaggi dei suoi dischi sono storia recente, quel che è certo è che Moz continuerà a far parlare di sé.