Zuckerberg ha deciso di estendere la crittografia end-to-end non solo su Whatsapp, ma anche ad altre piattaforme come Messenger e Instagram, con l’obiettivo di migliorare i termini di sicurezza. Ad inizio 2020 gli aggiornamenti dovrebbero essere completati ed utilizzabili da tutti.
Come funziona la crittografia
La crittografia end-to-end garantisce che solo le persone che partecipano ad una chat privata possano leggere ciò che viene inviato, e nessun altro, nemmeno la piattaforma di riferimento. L’utente si sentirà certamente più sicuro sapendo che la propria sicurezza sarà garantita. Essendo la privacy essenziale si è arrivati alla decisione di estendere la crittografia end-to-end in diverse piattaforme.
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I problemi della crittografia Facebook
La decisione di Zuckerberg di implementare con la crittografia end-to-end le sue piattaforme ha causato molte polemiche. Se infatti Zuckerberg si ostina a tutti i costi di preservare la privacy dei suoi utenti, dall’altra parte il procuratore generale statunitense William Barr vorrebbe che fosse garantito almeno al governo l’accesso ai messaggi per motivi di sicurezza pubblica. Facebook, attraverso una lettera, ha però respinto l’appello del procuratore e continua a mantenere la sua decisione: rendere inaccessibili a terzi i messaggi delle piattaforme. In merito alla questione si sono esposti anche Will Cathcart e Stan Chudnovsky, a capo dei servizi chat WhatsApp e Messenger, che hanno spiegato le conseguenze di un possibile indebolimento della crittografia. Se tutto questo dovesse accadere significherebbe creare una vulnerabilità, una “backdoor“. La “backdoor” sarebbe come lasciare aperta una porta ai criminali, hacker e regimi repressivi, che troverebbero facilmente il modo per accedere ai messaggi cifrati e danneggiare gli utenti.
Viceversa anche il procuratore dà le proprie ragioni per cui si dovrebbe consentire una qualche forma di accesso al governo. Barr sostiene che applicazioni cifrate come WhatsApp hanno aiutato organizzazioni terroristiche, cartelli della droga, molestatori di bambini e bande dedite alla pedopornografia. Il rischio sarebbe che tutto ciò potrebbe ancora una volta ripetersi nelle altre piattaforme dove si inserisce la funzionalità.
Il responsabile della privacy di Apple, Erik Neuenschwander, durante una testimonianza sulla crittografia davanti a una commissione del Senato Usa e il responsabile della privacy di Cupertino, ha evidenziato l’importanza della crittografia su iPhone per proteggere dati sensibili come quelli bancari e sanitari.