Zona rossa coronavirus con 250 casi ogni 100 mila abitanti: cosa cambia
Zona rossa coronavirus con 250 casi ogni 100 mila abitanti: cosa cambia
Zona rossa per coronavirus: sarà un inverno molto lungo e, soprattutto, a colori. I nuovi parametri serviranno a definire le misure restrittive attraverso una precisa localizzazione territoriale (per Regione) evitando un lockdown generalizzato, come quello dello scorso marzo, che a ogni modo non dovrebbe più ripetersi, a meno di un aggravamento inaspettato della curva pandemica. Ci saranno però nuove misure restrittive a partire da sabato 16 gennaio e a ufficializzarle sarà il nuovo decreto, ormai in dirittura d’arrivo.
Zona rossa coronavirus: quali Regioni dal 16 gennaio 2021
A partire dalla prossima settimana potrebbe essere istituita come “zona rossa” un territorio in cui si contino 250 contagi ogni 100.000 abitanti. Saranno pertanto punite le regioni “meno virtuose” in cui non si riesce ad arginare il fenomeno degli assembramenti e dei party abusivi. Allo stato attuale delle cose, ci sarebbero attualmente cinque zone rosse in Italia. Oltre al Veneto (454 contagi per 100 mila abitanti), anche Emilia Romagna, Marche, Friuli Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Bolzano.
Le altre misure
Resterà invece vigente il coprifuoco, a partire dalle ore 22 e fino alle ore 5. Possibile anche l’istituzione di una zona bianca: ovvero di un territorio dove il rischio è molto basso e le riaperture (anche delle attività a oggi chiuse perché considerate a elevato rischio) potranno esserci. Per essere eletta “zona bianca”, tuttavia, bisognerà avere un indice RT uguale o inferiore a 0,50.
Proseguendo con le indiscrezioni delle ultime ore, è ormai quasi scontato che lo stato di emergenza sarà prorogato fino al 30 giugno. Fino a questa data, dunque, potrà anche proseguire lo smart working dei dipendenti pubblici.
Per quanto riguarda l’attività sportiva, nelle zone rosse sarà vietata, fatta eccezione per quella individuale. Tuttavia il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora è al lavoro per un ritorno graduale alla normalità il più tutelato possibile. Restano comunque vietate le attività sportive e di contatto nelle zone arancioni e gialle.