Pensioni ultime notizie: Quota 102 anticipata e senza scatti. Il piano
Pensioni ultime notizie: anche se ci separa quasi un anno dal 1° gennaio 2022, è logico pensare alla riforma del sistema pensionistico che verrà. Quota 100 terminerà il 31 dicembre 2021 e al suo posto dovrebbe trovare spazio Quota 102, una misura analoga a quella introdotta nel 2019, ma con due anni di età in più per quanto riguarda il requisito anagrafico. Dunque, con 64 anni di età anagrafica e 38 anni di contributi versati. E visto che bisogna contenere se non ridurre la spesa pensionistica, questa nuova anticipata si dovrebbe ottenere anche con una sorta di penalizzazione: si è parlato del -2,8/3% per ogni anno di uscita anticipata, ma anche del calcolo dell’importo con il metodo interamente contributivo (sempre per ogni anno di anticipo). Ma la penalizzazione è davvero necessaria?
Pensioni ultime notizie: Quota 102, con o senza penalizzazioni?
A sostenere il contrario è l’economista Alberto Brambilla, come riporta il portale ProiezioniDiBorsa, che parla di una Quota 102 che non deve contenere necessariamente una penalizzazione. Per Brambilla la Quota 102 dovrebbe essere raggiunta con almeno 64 anni di età e 37/38 anni di contributi e sarà poi necessario abolire l’adeguamento all’aspettativa di vita. Due misure che però non sembrano all’ordine del giorno per il governo. Tramontata definitivamente l’ipotesi di una Quota 41 per tutti, è molto probabile che la riforma pensioni che prenderà luogo si occuperà prima di tutto delle categorie svantaggiate: stiamo parlando di lavori gravosi (compresi quelli esposti maggiormente al Covid), ma anche le nuove generazioni (si parla di una pensione di garanzia). Difficile invece pensare a una Quota 100 bis.
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Sì, la flessibilità ci sarà e sarà evitato lo scalone di 5 anni che si andrebbe a creare se dopo Quota 100 non ci fosse più nulla, ma solo l’accesso alla pensione di vecchiaia e anticipata ordinaria. Lo scalone sarà evitato proprio con Quota 102, ma è altresì logico pensare che dietro questa misura ci saranno delle penalizzazioni per ogni anno di uscita anticipata, essendo l’opzione totalmente volontaria, rappresentando un’opportunità e non un diritto, visto l’obiettivo di dover ridurre la spesa pensionistica e non certo aumentarla.