Magistrati onorari: il Governo obbligato a risarcirli. Ecco perchè
Tempi duri per il Governo, anche in materia di risarcimenti danni. Infatti, il Tribunale di Roma ha condannato la Presidenza del Consiglio per inadempimento in relazione all’applicazione in Italia di quanto ai principi delle direttive UE sulla tutela dei lavoratori. In buona sostanza, ai magistrati onorari vanno riconosciuti una serie di diritti, che vanno da quello al trattamento previdenziale a quello delle ferie retribuite. Vediamo più nel dettaglio.
Magistrati onorari: scatta l’obbligo del risarcimento
E’ proprio così. Il provvedimento dei giudici del Tribunale di Roma non lascia spazio ai dubbi: il risarcimento è dovuto all’inadempimento degli obiettivi prefissati dalle direttive dell’Unione, in materia di tutela dei diritti dei lavoratori. Magistrati togati inclusi. Ne avevamo già parlato: una direttiva è un atto legislativo che pone un obiettivo che tutti i paesi dell’UE devono realizzare. Ma è compito dei singoli Stati membri definire con disposizioni nazionali come tali obiettivi vadano realizzati. E’ proprio quest’ultimo passaggio che è mancato in Italia.
Si tratta di una sentenza depositata il 13 gennaio 2021, che certamente ha dato una risposta alla richieste ed alle rivendicazioni di tantissimi magistrati onorari, ossia giudici onorari di tribunale (GOT), vice procuratori onorari (VPO) e giudici di pace (GDP). Con essa si è disposto, quanto meno, il parziale risarcimento del danno per il mancato recepimento di direttive europee. La liquidazione di questo risarcimento sarà però effettuata in un distinto e successivo giudizio di merito.
Una sentenza in parte innovativa
In verità, il provvedimento del Tribunale di Roma, inerente i magistrati onorari, riguarda sì una violazione dei diritti previsti dal diritto dell’Unione, tuttavia va oltre l’orientamento giurisprudenziale emerso presso la Corte di Giustizia europea, che infatti aveva fatto specifico riferimento al diritto alle ferie annuali retribuite.
Va altresì ricordato che la sentenza in questione arriva in una fase non agevole per i magistrati onorari: questi ultimi infatti hanno deciso per l’astensione dalle udienze civili e penali da domani, 19 gennaio fino al giorno 22 gennaio.
In effetti, questa recente decisione del Tribunale di Roma, da un lato rappresenta una significativa vittoria sul fronte del riconoscimento della funzione giurisdizionale, anche sul piano della illegittima reiterazione dei contratti; dall’altro però non può bastare: da qui la protesta incessante dei magistrati onorari che lamentano come, anche in questa delicata fase di gestione della pandemia, siano rimasti privi di reddito e di adeguati indennizzi.
Entrando un po’ più nel dettaglio, è stata la II Sezione civile, a condannare Palazzo Chigi a risarcire i giudici non togati – i magistrati onorari appunto – per inadempimento – in particolare – dell’importante direttiva 1999/70/CE in materia di lavoro a tempo determinato, nella sezione relativa ai limiti alla reiterazione di incarichi a termine e nella parte riguardante il divieto di disparità di trattamento rispetto ai magistrati professionali per quanto attiene all’indennità di fine rapporto, alla tutela della gravidanza, della malattia e dell’infortunio, e, fino alla data del 15 agosto 2017, anche, per quanto attiene alla tutela previdenziale e assistenziale e alla copertura Inail contro gli infortuni e le malattie e professionali. Infatti, Il discrimine è rappresentato dall’entrata in vigore della riforma Orlando, il ossia il d. lgs. n. 116 del 2017, inerente la ‘riforma organica della magistratura onoraria‘. Detta normativa ha infatti accordato nuove regole di tutela ai magistrati onorari e ciò ha condotto, in talune ipotesi, al risarcimento esclusivamente per il pregresso.
Retribuzione: non violato il principio di non discriminazione
Rispetto a quanto commentato finora, bisogna però distinguere un punto: la sentenza del Tribunale capitolino non ha ritenuto ravvisabile, in relazione alla misura della retribuzione, alcuna violazione del principio di non discriminazione, rispetto ai magistrati ordinari, ossia dipendenti dello Stato a tempo indeterminato.
Ciò ovviamente salva ogni più specifica valutazione, svolta in diversa sede giurisdizionale sulla adeguatezza della retribuzione. Parametro di riferimento è, sempre e comunque, l’art. 36 della Costituzione: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa“.
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Sempre in materia di retribuzione, non vi sono ragioni per escludere i magistrati onorari dal TFR, essendo indennità destinata a tutti i lavoratori, anche quelli a tempo determinato.
Concludendo, ribadiamo dunque che la sentenza del Tribunale di Roma è significativa e costituisce un punto di svolta perchè è la prima che riconosce – ai magistrati onorari – il diritto al risarcimento danni per violazione delle direttive UE che garantiscono i diritti dei lavoratori, allargando peraltro l’orientamento della Corte di Giustizia europea, che si era espressa soltanto sul diritto alle ferie pagate.
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