Lavoro notturno: cos’è, come funziona e orari. Le agevolazioni

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Lavoro notturno: cos’è, come funziona e orari. Le agevolazioni

Il lavoro notturno riguarda contratti di lavoro assai diffusi: non pochi infatti sono coloro che lavorano di notte, svolgendo le più disparate mansioni. Ma attenzione: con l’espressione “lavoro notturno” non si vuole intendere, genericamente, l’attività lavorativa compiuta di notte. Infatti, il legislatore è più attento ai particolari ed indica con precisione la fascia oraria entro cui si può parlare di lavoro notturno. Facciamo chiarezza e vediamo dunque cosa è opportuno ricordare in proposito.

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Lavoro notturno: qual è la fascia oraria?

E’ piuttosto ovvio: lavorare di notte è particolarmente oneroso perchè implica di dover riprogrammare completamente le 24 ore e cambiare drasticamente le proprie abitudini e gli orari dedicati al sonno e al riposo. Ecco perchè il legislatore ha adottato, in tema di lavoro notturno, una disciplina ad hoc che, peraltro, comporta una retribuzione più alta per colui che lavora di notte. Ma di fatto entro quali ore, un lavoro è considerato notturno?

Ebbene, in base alla legge, il lavoro notturno è quello che va tra le ore 24 e le ore 5 del mattino. Inoltre, è ritenuto ‘lavoratore notturno’, colui che lavora in questo lasso di tempo per almeno 3 ore o per almeno 80 giorni lavorativi in un anno solare. Ma bisogna anche prestare attenzione alle regole di dettaglio di cui al CCNL di riferimento. Tuttavia l’arco temporale del lavoro notturno può essere allargato ma mai ristretto dai contratti collettivi.

Lavoro notturno, chi può lavorare e chi no: i casi

Non tutti possono, aprioristicamente, essere adibiti al lavoro notturno. Infatti, possono accedere ad esso, soltanto i dipendenti il cui status psicofisico sia valutato positivamente dal medico competente per l’azienda o da una struttura sanitaria.

Anzi, il datore di lavoro è obbligato a rispettare la regola dei controlli periodici, seguendo una cadenza biennale. Se non rispetta questo dovere, il rischio concreto è subire sanzioni non esigue, ossia l’ammenda da 1.349,00 euro a 4.131,00 euro, e l’arresto da 3 a 6 mesi.

Inoltre, ci sono particolari tipologie di soggetti che – per rischi alla salute – non possono, in ogni caso, essere adibiti a mansioni facenti parte del lavoro notturno. Eccoli di seguito:

Anche in questo caso, la contrattazione collettiva ha voce in capitolo, ma non può mai limitare queste regole. Può invece allargare le categorie escluse.

Calcolo della retribuzione: come avviene?

Come accennato sopra, coloro che sono adibiti al lavoro notturno, possono contare su una maggiorazione della stessa, in base a quanto disposto dal CCNL di riferimento. Occorre dunque leggere con attenzione il proprio contratto collettivo, per capire come funziona il meccanismo che riconosce una retribuzione maggiorata.

Per fare un esempio, il soggetto impiegato di notte, nell’ambito del lavoro metalmeccanico, ha diritto ad una maggiorazione del 20% se il turno è fino alle ore 22 della sera, mentre sale al 30% se va oltre le ore 22. Tutto dipende insomma dal contratto collettivo applicato. Non solo: la prassi ci dice che la maggiorazione aumenta ancora se il lavoro notturno è svolto in giorno festivo.

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Lavoro di notte e pensione anticipata: è possibile?

La legge italiana include il lavoro notturno tra i lavori usuranti e faticosi. Ecco perchè chi lavora di notte, può andare in pensione in anticipo. Infatti, se i lavoratori svolgono attività lavorativa per almeno 6 ore nel periodo notturno compreso tra la mezzanotte e le cinque del mattino, i giorni lavorativi svolti sono moltiplicati per il coefficiente pari a 1,5, velocizzando così l’ottenimento dei requisiti per il raggiungimento della pensione. Si può quindi concludere che per coloro che lavorano di notte, è previsto anche questo diritto.

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