De Luca (PLI): “Conte? Un parolaio. Un suo ter sarebbe una sconfitta per Renzi”

Stefano De Luca

De Luca (PLI): “Conte? Un parolaio. Un suo ter sarebbe una sconfitta per Renzi”

Opportunista, parolaio, un pericolo per la democrazia. È durissimo il giudizio che Stefano De Luca, presidente del Partito Liberale Italiano e politico di lungo corso, riserva nei confronti del premier dimissionario Giuseppe Conte. In questa intervista rilasciata a Termometro Politico, De Luca afferma di non fidarsi dell’avvocato di Volturara Appula e spera che il tentativo del presidente della Camera, Roberto Fico, di ricomporre i cocci dell’alleanza giallo rossa in nome di un Conte ter fallisca.

Presidente, Fico oggi conclude il suo mandato esplorativo. I partiti della maggioranza giallorossa sembrano però ancora divisi su molti temi. Secondo lei si arriverà ad un accordo?

Io ritengo che se si arrivasse ad un Conte ter sarebbe una sconfitta clamorosa per Renzi il quale ha alzato la posta esclusivamente per far fuori Conte. Strategia quest’ultima che io condivido perché reputo Conte pericoloso per la democrazia e quindi andrebbe rimosso. Spero che non gli abbiano fatto cambiare idea con promesse di ministeri perché altrimenti Renzi perderebbe la residua credibilità che ha.

Lei quindi esclude che possa nascere un Conte ter?

Io sono radicalmente contrario ad un Conte ter. A mio avviso bisogna rimuovere una persona pericolosa come Conte che ha cercato di approfittare della pandemia per accentrare sulla presidenza del Consiglio e su di sé una quantità enorme di potere.

Ma se il mandato esplorativo del presidente della Camera non dovesse andare a buon fine, cosa dovrebbe fare Mattarella?

Il presidente Mattarella sa bene cosa fare. Se il mandato esplorativo di Fico finisse in un nulla di fatto, il capo dello Stato dovrebbe scegliere una personalità di alto profilo istituzionale, al di fuori della logica dei partiti, incaricato di far nascere un governo di unità nazionale. Ritengo che contro ogni previsione ci sarà una maggioranza ampia in Parlamento pronta a sostenere un governo autorevole perché nessuno vuole andare ad elezioni anticipate soprattutto dopo che c’è stato il taglio dei parlamentari.

Su un governo di unità nazionale però il centrodestra appare diviso tra chi apre (Forza Italia) chi nicchia (Lega) e chi dice no (Fratelli d’Italia). Solo pretattica?

Io credo che la Lega si stia preparando ad appoggiare un governo istituzionale. Leggendo le dichiarazioni degli ultimi giorni anche Salvini sembrerebbe disponibile e aperto ad un’ipotesi di questo tipo.

Nel suo ultimo intervento alle Camere prima delle dimissioni, Conte ha chiamato a raccolta chi si rivede nei valori liberali ed europeisti. Lei crede alle parole di Conte o sono dettate solo da mero opportunismo politico?

Conte è un parolaio, un imbroglione. È un opportunista capace di essere oggi europeista come ieri è stato sovranista. È solo in cerca di potere. E lo dimostra la sua politica che è sempre stata una politica di tipo statalista. Oggi nel Parlamento liberali non ce ne sono. Quelli che ha lui raccolto non sono liberali ma libertini che si sono venduti. Per fortuna ne ha trovati pochi.

Il centrodestra appare ancora schiacciato su posizioni sovraniste con Forza Italia spaccata tra chi sente il richiamo delle sirene leghiste e chi non vuole morire salviniano o meloniano. Qual è la posizione del Pli? C’è ancora spazio in Italia per un’offerta politica di stampo liberale?

Oggi più che mai si apre uno spazio liberale nel panorama politico italiano. Uno spazio che aveva cominciato ad aprirsi ma che è venuto meno con la crisi economica del 2008 che ha portato alla nascita di movimenti populisti come i Cinque Stelle. C’è stata una fase negativa dove gran parte degli italiani si è andata a rifugiare presso partiti che potevano dargli qualche mancia. Ora si apre uno spazio politico nuovo.

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