Crisi di governo: incarico a Draghi. Cosa succede adesso?

Crisi di governo: incarico a Draghi. Cosa succede adesso?

Crisi di governo: incarico a Draghi. Cosa succede adesso?

Crisi di governo – Dopo il fallimento delle trattative volte a ricomporre la maggioranza del Conte bis, Mattarella ha deciso di affidare l’incarico di formare un nuovo esecutivo all’ex Presidente della BCE Mario Draghi. Quest’ultimo ha detto che scioglierà la riserva solo dopo aver condotto delle consultazioni con le forze politiche.

Crisi di governo: Draghi alla prova delle consultazioni

Crisi di governo: il Presidente della Repubblica Mattarella ha dato l’incarico di formare un nuovo esecutivo all’ex Presidente della BCE Mario Draghi. Quest’ultimo si è già recato a Montecitorio e a Palazzo Madama per incontrare il Presidente della Camera Fico e quello del Senato Casellati. Draghi si è poi recato a Palazzo Chigi dove ha incontrato il Presidente del Consiglio dimissionario Conte. Insomma, un primo giro di colloqui istituzionale con al centro i dossier più importanti su cui lavorare (forse anche la proposta di qualche ruolo nella prossima squadra di ministri per Conte). D’altra parte, la vera prova per l’economista saranno le consultazioni con le forze politiche: ancora non ci sono certezze su quando inizieranno ma, stando alle prime indiscrezioni, dovrebbero partire già nella mattinata di domani, giovedì 4 febbraio.

Le possibilità di un Governo Draghi

Crisi di governo: che possibilità ci sono di vedere un esecutivo – più tecnico che politico, par di capire – a guida Mario Draghi? Come tutti i Presidenti del Consiglio incaricati Draghi dovrà giocare la partita della fiducia: una partita che si gioca sui numeri, numeri che almeno al momento un esecutivo Draghi non pare avere dalla propria parte (solo Italia Viva e +Europa hanno già dichiarato di voler supportare il nome fatto dal Quirinale). Infatti, bisogna considerare che il Movimento 5 Stelle sembra intenzionato a votare contro e che i Dem, nonostante le aperture, sembrano volersi coordinare con il partito con cui sono alleati da un anno e mezzo circa. Ieri sera, a seguito dell’appello “alla responsabilità” di Mattarella, sembrava plausibile che alla fine M5S, Pd e LeU avrebbero formato l’asse portante della nuova maggioranza.

Considerando che anche LeU pare orientato a non votare a favore della fiducia a Draghi, ancora più importante sarà la posizione del centrodestra che, allo stato dei fatti, afferma di volersi muovere compatto in aula e fuori (magari forzando il ritorno al voto). Ora, questa la situazione “a bocce ferme”: il quadro potrebbe cambiare dopo le consultazioni. Inoltre, c’è aria di scissione tra i pentastellati, in pratica, una parte dei 5 stelle vorrebbe sostenere Draghi e il supporto di Forza Italia al nuovo esecutivo non è da escludere, anzi gli azzurri potrebbero strappare qualche parlamentare alla Lega nell’operazione (l’apertura di Salvini all’ex Presidente BCE sembra essere volta più che altro a evitare fughe in avanti di alcuni dei suoi in questa fase).

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