Vaccino Sputnik V: efficacia e chi l’ha scoperto. La storia
Il vaccino Sputnik V, di matrice russa, è a oggi il più efficace di tutti, visto che risulta di un’efficacia pari al 91,6% oltre ad avere un’alta tollerabilità. Questo vaccino è stato sviluppato da un prestigioso istituto di ricerca, il Gamaleya Research Institute, ed è stato finanziato tramite il fondo sovrano russo RDIF, per forte volere di Vladimir Putin.
Vaccino Sputnik V: si attende ok Ema
Molti Paesi hanno atteso dati ufficiali sull’efficacia di questo vaccino: dati che sono stati pubblicati di recente su Lancet. Molti esperti hanno infatti concordato sull’efficacia e la sicurezza del vaccino Sputnik V. Si attende l’ok dell’EMA, previa valutazione, per l’utilizzo in Europa, mentre in Russia il vaccino è ormai già una realtà consolidata, la popolazione si sta sottoponendo alle somministrazioni e, visto il tempo che deve trascorrere per funzionare (circa 18 giorni) si stanno vedendo i primi risultati con un discesa abbastanza costante, seppur ancora lieve, della curva dei contagi.
L’avvio con polemiche
Il vaccino è stato fortemente voluto da Putin, per avere un’indipendenza dai prodotti americani ed europei, ma anche per rilanciare un’immagine forte del Paese. Su questo antidoto ha lavorato l’Istituto di ricerca Gamaleya con la collaborazione del Ministero della Salute. Lo scorso 11 agosto il vaccino russo ha avuto l’ok mentre le fase tre sperimentale era ancora in corso e questo ha suscitato non poche polemiche, oltre a una naturale diffidenza da parte dei Paesi occidentali.
Dove è usato il vaccino Sputnik V
Il vaccino Sputnik V è già stato adottato da diversi Paesi e potrebbe dare man forte a quelli europei, che stanno subendo i ritardi dei vaccini americani. Oltre all’Ungheria, altri Paesi che hanno autorizzato l’uso del vaccino russo sono alcuni territori centro e sudamericani, come Messico, Argentina, Bolivia, Venezuela e Paraguay, Paesi africani come Algeria e Tunisia. In Europa l’autorizzazione all’uso è stata già data da Serbia, Bielorussia e Armenia. Altrove è stato dato l’ok in Iran, negli Emirati Arabi, in Palestina, in Turkmenistan, in Iran e in Repubblica di Guinea.
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