Pensioni ultime notizie: aumento assegni per decesso causa Covid?
Pensioni ultime notizie: aumento assegni per decesso causa Covid?
Pensioni ultime notizie: in un’interessante analisi pubblicata da Il Sole 24 Ore si scopre che nel 2020 gli assegni previdenziali annullati hanno superato quota 67 mila unità, il 16% in più rispetto all’anno precedente. Nel 2019 la differenza si era fermata a 655. Non ci sono più 862.838 pensioni, anche se dietro questo numero ci sono meno pensionati, visto che alcuni avevano più di una prestazione a proprio carico. Secondo il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo, nel 2020 ci sono stati 726 mila morti a fronte di un numero di nascite al di sotto delle 400 mila unità. Naturalmente la pandemia ha fatto sentire la sua scure tra i più anziani e questo ha comportato un calo delle prestazioni previdenziale erogate.
Pensioni ultime notizie: prestazioni previdenziali annullate nel 2020, i numeri
Quanto appena detto non comporterà ovviamente un aumento sugli assegni dei pensionati. Preoccupa infatti il bilancio dell’Inps, determinato dalle misure anti-Covid, sebbene il presidente dell’Istituto di previdenza Pasquale Tridico abbia più volte rassicurato tutti sul fatto che le pensioni continueranno a essere erogate e che non mancano le risorse per la liquidazione.
A ogni modo i dati sopraelencati risultano provvisori, ci tiene a precisare il quotidiano economico. Non saranno certamente lontani dall’effettiva realtà: spetterà all’Inps perfezionarli e pubblicarli tramite apposite statistiche attese entro fine marzo (con l’aggiornamento della banca dati) e nel mese di luglio (con l’aggiornamento del casellario).
Particolarmente drammatici sono stati i mesi di marzo aprile, laddove le morti eccedenti rispetto alle medie relative agli stessi mesi del periodo 2016-2019 hanno oltrepassato il 40% nel nostro Paese e le prestazioni previdenziali annullate hanno registrato un incremento più o meno identico, con 100.420 a marzo (+42,5%) e 85.273 ad aprile (+35,4%). Nuovi incrementi percentuali si sono avuti durante la seconda ondata, in particolare a novembre (+51,9%) e dicembre (+42,8%).
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