Pensioni ultime notizie: cosa farà Draghi agli assegni? Il piano
Pensioni ultime notizie: cosa farà Draghi agli assegni? Il piano
Pensioni ultime notizie: proseguono le consultazioni, con Mario Draghi che riferirà al presidente della Repubblica Sergio Mattarella solo nella serata di martedì 9 febbraio, o al più tardi nella mattinata di mercoledì 10. In attesa della maggioranza in Parlamento e della squadra di governo, ci si domanda quale futuro avrà la tanto chiacchierata riforma previdenziale. La partita sarà giocata anche dai sindacati: il leader della Cgil Maurizio Landini ha già fatto sapere che il superamento di Quota 100 senza una riforma che risulti accettabile non è un buon tavolo su cui ragionare. Si prevede pertanto un braccio di ferro tra nuovo governo e sindacati, visto che l’obiettivo sarà senz’altro ridurre la spesa pensionistica, in ogni modo possibile.
Pensioni ultime notizie: il problema Quota 100
Attualmente c’è il problema Quota 100: la misura terminerà il 31 dicembre 2021 e dal 1° gennaio 2022, qualora non si facesse nulla, si verrebbe a creare uno scalone di 5 anni per l’accesso alla pensione, sia dal punto di vista anagrafico, sia da quello contributivo. Che Draghi decida di prorogare Quota 100 sembra fuori questione e già negli anni in cui era alla guida della Banca d’Italia il futuro possibile premier parlava di un allungamento della vita lavorativa attuale per garantire una previdenza ai pensionati del futuro.
Le parole di Roberto Ghiselli
Oltre a Landini, anche il segretario confederale Cgil Roberto Ghiselli ha parlato di quello che dovrebbe accadere in futuro. Un rinnovo di Quota 100 non servirebbe a niente. “Necessaria una riforma seria e duratura, che permetta a tutti i lavoratori di poter scegliere quando andare in pensione dopo 62 anni o 41 anni di contributi”. Ghiselli chiede anche che si affronti la questione dei “lavori manuali o gravosi” e che si riconosca il profilo di caregiver e “la situazione specifica delle donne”, oltre a una “prospettiva previdenziale” per i giovani e per chi ha carriere discontinue e di bassa retribuzione. Per Ghiselli “il fatto che tutte le persone che andranno in pensione d’ora in poi avranno prevalentemente un calcolo contributivo, rende queste misure non solo eque socialmente, ma anche compatibili finanziariamente”.
La soluzione intermedia
L’impressione generale è che alla fine si arriverà a trovare comunque una soluzione intermedia: insomma, che lo scalone quinquennale non ci sarà. Anche perché andrà affrontato un altro tema, che è quello di salvare i lavoratori penalizzati dal Covid e ragionare su adeguati ed efficienti strumenti di prepensionamento. Insomma, la partita è apertissima e le incognite sono molteplici.
Segui Termometro Politico su Google News
Scrivici a redazione@termometropolitico.it