Regali in contanti e rischi di natura fiscale: a che cosa fare attenzione?
Sappiamo che ultimamente la lotta all’evasione si è fatta più vigorosa, tanto da potersi parlare di una vera e propria campagna mirata a favorire l’abbandono progressivo dell’uso del denaro contante, spostandosi verso l’uso di mezzi di pagamento tracciabili come le carte di credito o il bancomat. Non a caso, è stato infatti previsto il cosiddetto bonus cashback di Stato.
In questo quadro, ci si può legittimamente domandare se i regali in contanti comportano qualche rischio per chi li fa. Ebbene, bisogna subito rimarcare che, in linea di massima, fare fare regali in contanti è assolutamente legale, ed analogamente si possono utilizzare i contanti entro i limiti di soglia fissati ed aggiornati dalle norme in materia. Ma attenzione: potrebbero concretizzarsi possibili contestazioni da parte dell’Agenzia delle Entrate, laddove non sia prodotta una prova documentale della donazione, in particolare in quelle ipotesi in cui i regali in contanti si abbiano con frequenza. Vediamo più nel dettaglio.
Regali in contanti e donazione di denaro: il contesto di riferimento
In tema di regali in contanti e possibili rischi, dobbiamo ricordare che la la donazione di denaro è da considerarsi un atto lecito sul piano giuridico, e che anzi non va sottratto alla lente dell’Agenzia delle Entrate.
E’ necessario però distinguere. Infatti, se la donazione di denaro non è di modico valore, il donante deve andare in uno studio notarile e sottoscrivere un formale atto scritto di donazione. Si fa riferimento alle ipotesi nelle quali la somma regalata è tale da dar luogo ad un sostanziale impoverimento del donante.
Ciò che va qui rimarcato è che la sottoscrizione dell’atto di donazione presso il notaio, comporta alcune conseguenze di natura fiscale: infatti, l’interessato dovrà di seguito versare l’imposta di registro e l’imposta sulle donazioni. Quest’ultima però non deve essere pagata se è in gioco una donazione tra coniugi o tra genitori e figli di valore al di sotto del milione di euro (invece, al superamento di questa soglia, l’aliquota è del 4%); oppure una donazione tra fratelli e sorelle di valore al di sotto dei 100mila euro (al superamento di questo limite, l’aliquota è pari al 6%).
Attenzione alle conseguenze, se non ci si reca dal notaio per formalizzare la donazione di non modico valore: infatti senza atto notarile ad hoc, le donazioni di denaro, ossia i regali in contanti, sono da ritenersi giuridicamente nulle e contestabili da chiunque ne abbia interesse, ed in qualsiasi momento.
Regalare soldi è legittimo, entro certi limiti
Sintetizzando, possiamo pacificamente affermare che i regali in contanti sono dunque pienamente leciti. Ma ad una condizione. Infatti, detti gesti di generosità non debbono comunque superare le soglie di tracciabilità di cui alla normativa sull’antiriciclaggio. Pertanto, almeno fino al 31 dicembre 2021, gli interessati possono dar luogo a regali in contanti entro il limite pari a 1.999,99 euro; oltre detto limite è necessario usare l’assegno, il bonifico bancario o altri strumenti tracciabili.
Il chiaro fine è quello di registrare nitidamente le operazioni, le quali non devono restare sconosciute agli occhi del Fisco. Dal primo gennaio 2022, sarà invece ammesso fare regali in contanti soltanto fino al limite pari a 999,99 euro. Al di sopra, non sarà possibile fare regali in contanti, ma con strumenti tracciabili come ad es. il bancomat.
Richiamandoci a quanto detto più sopra, nel caso concreto non è sempre necessario andare dal notaio, oltrepassati detti valori. Infatti, la normativa sui limiti ai regali in contanti è indipendente dalla ‘non-modicità’ del valore della donazione. Quindi ben potrà darsi la situazione in cui una donazione di 4.000 euro sia ritenuta di modico valore in base al patrimonio del donante, non obbligando quindi all’atto notarile. Tuttavia, sopra le soglie citate, è sempre vietato l’uso dei contanti e quindi sono vietati i regali in contanti.
Anzi, colui che opera una donazione in contanti violando i limiti citati, può incappare in una sanzione amministrativa pecuniaria oscillante tra un minimo di 1.000 euro ed un massimo di 50.000 euro, in relazione alla somma donata. La sanzione si applica altresì al donatario.
Attenzione ai rischi di natura fiscale
Non c’è solo la regola di cui sopra da ricordare: infatti, fare regali in contanti potrebbe implicare rischi con il Fisco per il donatario, laddove questi veda aumentare considerevolmente il suo potere di spesa.
Pensiamo al caso nel quale l’Amministrazione finanziaria, a seguito di controlli, dovesse scoprire che il donatario ha un tenore di vita assai superiore alle sue possibilità economiche: ebbene, in queste circostanze, avrebbe diritto di chiedergli chiarimenti sull’origine del denaro e, nel caso non vi sia prova scritta di ciò, potrebbe certamente eseguire la notifica di un accertamento fiscale. E’ chiaro però che una tale situazione potrebbe verificarsi solo in caso di regali in contanti frequenti e molto consistenti.
Insomma, può rivelarsi un problema di non agevole soluzione: il contribuente donatario dovrà infatti provare che il denaro che permette di condurre un tenore di vita superiore alle proprie possibilità economiche (ad es. perchè disoccupato), è frutto di regali in contanti come donazione. E se manca la traccia, ossia l’atto scritto che certifica la donazione, i rischi di natura fiscale diventano piuttosto evidenti. Il donatario farà dunque bene a usare il denaro ricevuto per regali in contanti, su acquisti che non possano in alcun modo allertare gli uffici dell’Amministrazione finanziaria o che comunque non siano individuabili da essa con facilità.
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