Cud e richiesta alla vecchia azienda: come tutelarsi?
Cud e richiesta alla vecchia azienda: come tutelarsi?
Chiunque lavori o abbia lavorato come dipendente dovrebbe sapere che cos’è il Cud e qual è la sua finalità. Infatti, il diritto del lavoro prevede regole ad hoc per quanto riguarda i lavoratori subordinati e altri soggetti titolari di redditi assimilati, i quali incassano il compenso netto, giacchè da esso sono stati già sottratti gli oneri fiscali e contributivi.
E in queste circostanze, si evince l’essenzialità del ruolo del sostituto d’imposta – di cui abbiamo già parlato nel dettaglio qui – ossia il soggetto che deve consegnare ogni anno al dipendente un documento dal quale emergono tutte le operazioni effettuate sullo stipendio. Si tratta insomma di un’attestazione che fa un riepilogo delle somme versate a titolo di retribuzione e le ritenute effettuate. Detto documento prende il nome di Cud.
Il quesito cui vogliamo rispondere di seguito è questo: come fare richiesta di Cud alla ex azienda che non lo ha consegnato? come attivarsi in concreto? Vediamolo.
Cud: che cos’è e a che cosa serve
E’ da puntualizzare che la Certificazione Unica consiste in quel documento fiscale che ha sostituito il vecchio Cud alcuni anni fa: pertanto, sarebbe più corretto parlare di Cu, e non più di Cud, il cui uso tuttavia si è conservato. Detto documento deve essere sempre compilato e consegnato da parte del sostituto d’imposta, per rapporti di lavoro che prevedano quest’ultima figura.
Annualmente i datori di lavoro consegnano la certificazione unica (ex Cud) ai propri dipendenti, e l’INPS fa la stessa cosa nei confronti dei titolari di pensioni e di altre prestazioni.
Il punto però è che non tutti sanno quale sia la precisa finalità della certificazione unica. Ebbene, il Cud o Cu è uno dei documenti fondamentali ai fini della presentazione della dichiarazione dei redditi, sia per i pensionati che per i lavoratori dipendenti. Inoltre, per il datore di lavoro e sostituto d’imposta l’invio telematico del modello Cud all’Agenzia delle Entrate è obbligatorio, altrimenti il rischio di dover pagare delle sanzioni amministrative è concreto.
In buona sostanza, l’operazione cui il Cud fa riferimento è quella per la quale il sostituto d’imposta trattiene per legge dalle somme versate, a titolo di retribuzione, pensione o corrispettivo per attività professionale, le tasse sul reddito, versandole così al Fisco.
Ecco allora ben chiaro il perchè della consegna del Cud al lavoratore: serve a informarlo nel dettaglio su quelli che sono stati tutti gli importi pagati a titolo di reddito e di tutte le ritenute operate sui compensi lordi. Di seguito, il Cud è indispensabile al lavoratore in sede di presentazione della dichiarazione dei redditi ogni anno, giacchè detto documento comprova la percezione di un reddito.
Chi è il soggetto che emette il Cud ?
In buona sostanza, la certificazione unica o Cud consiste in uno degli adempimenti per i sostituti d’imposta, datori di lavoro o enti pensionistici, ed è, allo stesso tempo, il presupposto per lavoratori e pensionati per poter presentare la dichiarazione dei redditi.
La certificazione unica Cud è emessa e inviata dal soggetto che ha effettuato il pagamento. Si tratta cioè del datore di lavoro (sostituto d’imposta) nell’ipotesi dei lavoratori subordinati (sostituiti), anche dell’ambito pubblico, così come dell’INPS per i pensionati.
Come accennato in precedenza, per i lavoratori dipendenti la certificazione unica è significativa poiché i relativi dati sono fondamentali per la compilazione del modello 730 precompilato. In concreto, il Cud permette all’Agenzia delle Entrate di disporre dei dati collegati ai redditi da lavoro dipendente che saranno inseriti nel modello 730 precompilato.
Ricordiamo altresì che il datore di lavoro può adempiere all’obbligo di consegna del Cud o con invio di email o facendo avere all’interessato una copia cartacea.
Certificazione unica: le tempistiche da rispettare
A questo punto, vediamo più da vicino quelli che sono gli obblighi del datore di lavoro/azienda, sul piano temporale.
In linea generale, i sostituti d’imposta, tenuti come detto a far avere il Cud, sono obbligati anche a trasmettere, entro il 31 marzo di ogni anno, la certificazione unica in modo telematico all’Agenzia delle Entrate, attraverso il cd. modello “ordinario”.
Oltre alla trasmissione citata all’Agenzia delle Entrate, il sostituto d’imposta deve anche far avere il Cud al percettore delle somme (lavoratore subordinato, pensionato, co.co.co. e così via) entro il 30 aprile 2020, servendosi del cd. modello “sintetico”.
Non rispettare queste tempistiche, dà luogo ad un illecito amministrativo a carico del sostituto d’imposta. Infatti, il datore di lavoro può subire l’applicazione della sanzione amministrativa corrispondente a 100 euro, per ciascuna certificazione omessa, tardiva o errata, fino ad un massimo di 50.000 euro. Cifre che dunque possono diventare molto consistenti e che dovrebbero spingere qualsiasi sostituto d’imposta responsabile, ad attivarsi senza indugio.
Cosa fare se la vecchia azienda non ha consegnato il documento?
A questo punto, veniamo alla domanda iniziale: come comportarsi se la ex azienda presso cui si lavorava, non ha fatto pervenire all’ex lavoratore la copia del Cud?
Ebbene, se l’interessato ha cambiato lavoro e ha scoperto che il vecchio datore di lavoro non ha consegnato il Cud entro il 30 aprile, può tutelarsi con una delle seguenti modalità:
- in primo luogo, si ha diritto ad inviare una diffida formale all’ex datore di lavoro, con cui domandare fermamente l’immediata consegna della Certificazione entro un lasso di tempo brevissimo. Inoltre, è opportuno menzionare nell’atto la possibilità di avvalersi di ulteriori strumenti per ottenere il dovuto. Attenzione però: la diffida in oggetto deve essere spedita all’ex datore di lavoro attraverso un mezzo di trasmissione che consenta prova dell’effettiva consegna, ossia la classica raccomandata a/r o la più moderna pec;
- in mancanza di riscontro positivo, l’interessato dovrà considerare di fare denuncia alla Guardia di Finanza. Infatti, la mancata consegna della Certificazione dall’ormai ex azienda, dà luogo un illecito amministrativo punibile dall’Amministrazione Finanziaria.
Insomma, certamente vi sono adeguati strumenti di tutela per il lavoratore che non ha ottenuto il Cud dal vecchio datore di lavoro. Quest’ultimo deve peraltro considerare che se la mancata consegna del Cud nasconde una vera e propria omissione del pagamento delle ritenute dovute per legge da parte del sostituto di imposta, la sua posizione si aggrava, con il rischio di sanzioni amministrative di non lieve importo, ma soprattutto con il rischio di sanzioni penali, collegate al reato di appropriazione indebita, di cui abbiamo peraltro già parlato in dettaglio. Concludendo, vi sono insomma ragioni più che sufficienti per adempiere quanto prima a tutti gli obblighi legati al Cud.
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