Conto corrente cointestato: come funziona? Le tipologie

Pubblicato il 12 Febbraio 2021 alle 12:18 Autore: Claudio Garau
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Conto corrente cointestato: come funziona? Le tipologie

Com’è noto, tra i vari strumenti utilizzabili per la gestione del denaro per spese correnti e con lo scopo di risparmiare, c’è il conto corrente cointestato, ossia intestato a due o più persone. Di seguito vogliamo porre attenzione sui suoi tratti caratteristici, vantaggi e svantaggi. Facciamo chiarezza.

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Conto cointestato: come si apre?

Come abbiamo appena detto, il conto in questione si riferisce ad almeno due persone distinte. Pertanto, in concreto, al momento della sua apertura, sarà obbligatorio presentare i documenti rilevanti di tutti i soggetti cui il c/c è di fatto intestato, ossia carta d’identità e codice fiscale.

Non solo: è necessario anche il deposito della firma originale di tutte le persone alle quali il conto è intestato. La legge ammette pacificamente la possibilità di trasformare un conto corrente tradizionale in un conto cointestato. In dette ipotesi, è obbligatorio però depositare presso la banca, la firma originale della persona da aggiungere alla intestazione del conto. E’ anche ammesso avere un conto corrente postale cointestato, ma quest’ultimo può essere ovviamente richiesto anche alle banche tradizionali e con modalità online.

Conto corrente e cointestazione: tipologie

Chi intende servirsi di un conto corrente cointestato, deve ricordare che esistono due tipologie distinte di conto corrente cointestato. Le differenze sono notevoli, ecco perché è bene conoscere le regole, almeno in generale, laddove si opti per la cointestazione.

  • il conto a firma disgiunta comporta che sul conto corrente stesso possano operare tutti i soggetti con pari diritti. Ne consegue che ciascuno dei cointestatari può compiere autonomamente operazioni come prelievi, bonifici, domiciliare le utenze, accreditare lo stipendio e così via. E’ assai utile per i coniugi che non si trovano così ad avere due conti separati, con spese di c/c duplicate. Il meccanismo della firma disgiunta permette altresì di pianificare la gestione dei risparmi della famiglia in modo preciso;
  • il conto a firma congiunta prevede una situazione diversa: infatti, per compiere le operazioni è obbligatoria la presenza di tutti i cointestatari. Quindi per le operazioni di prelievo, assegni, bonifici, il singolo cointestatario non può agire in autonomia.

E’ chiaro che l’ultima ipotesi può risultare scomoda: infatti, non sempre è agevole far coincidere gli orari e gli impegni dei vari cointestatari, tutte le volte in cui è opportuno fare operazioni con il conto corrente.

Tuttavia, la legge agevola l’autonomia privata dei correntisti, prevedendo la libertà di passare da un conto corrente a firma disgiunta a uno con firma congiunta e viceversa, in ogni momento.

Inoltre, come sopra accennato, un conto corrente intestato ad un solo soggetto può in un secondo tempo essere intestato a due o più persone. Per farlo, è sufficiente depositare la seconda firma e decidere se si vuole avere un conto corrente a firma congiunta o a firma disgiunta. Nell’ipotesi si opti per un conto online cointestato l’iter da seguire è ancora più agevole, giacchè è possibile gestire tutto dalla propria abitazione, scannerizzando e spedendo la firma originale.

Decesso di uno dei cointestatari: conseguenze

Una domanda interessante, a cui è opportuno rispondere è la seguente: che cosa succede se uno dei cointestatari muore? Come ci si deve comportare riguardo ai fondi cointestati? Ebbene, al verificarsi dell’evento decesso vi sono due possibili ipotesi:

  • conto a firma disgiunta: in questo caso, viene bloccata e cade in eredità, applicandosi le regole del codice civile o il testamento se è stato redatto a suo tempo, esclusivamente la parte che può essere ritenuta di spettanza del cointestatario deceduto. Così, nella tipica ipotesi del conto corrente è intestato a due persone, chi sopravvive all’altro ha diritto a utilizzare e/o prelevare il 50% dei fondi totali;
  • conto a firma congiunta: la situazione si complica giacchè nessuno degli intestatari può compiere operazioni senza la firma dell’altro. In particolare, le somme sono di seguito congelate e dovrà essere aperta la successione. Per questa via, sarà possibile determinare la quota del cointestatario.

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Concludendo, ci si potrebbe altresì domandare quali sono le conseguenze, in caso di divorzio tra cointestatari. Ebbene, può dirsi che – in linea di massima – le somme sono da suddividersi al 50%. Tuttavia, non sono mancate sentenze dei tribunali e della Corte di Cassazione di segno opposto. Per fare un esempio pratico, se uno dei coniugi riesce a provare che il conto era cointestato, ma che in realtà le somme in entrata sul c/c scaturivano dal lavoro esclusivo di uno solo dei due coniugi e quindi la cointestazione era stata decisa al solo scopo di permettere all’altro coniuge di gestire le varie spese familiari, le somme in oggetto non devono essere suddivise, ma restano di spettanza del coniuge lavoratore.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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