Reddito di cittadinanza: cosa cambia col nuovo governo Draghi
Reddito di cittadinanza: cosa cambia col nuovo governo Draghi
Il reddito di cittadinanza è una delle misure che il governo Conte (I) lascia in eredità al nuovo esecutivo Draghi. Della misura se ne occuperà il nuovo ministro del Lavoro Andrea Orlando. A lui, già in passato ministro della Giustizia, toccherà la sorte di alcuni tra gli aspetti più importanti da rivedere: da un lato le pensioni, dall’altro il lavoro. Sotto l’aspetto previdenziale non è ancora noto quali saranno le misure che prenderanno vita nella prossima riforma, mantenendo però per certo che bisognerà seguire anche i dettami di Bruxelles, senza pertanto esagerare con la flessibilità o ipotizzare misure anche in minima parte simili a Quota 100, peraltro osteggiata dallo stesso Orlando. E per quanto riguarda il reddito di cittadinanza?
Reddito di cittadinanza non sparirà, ma sarà migliorato
Orlando non è mai detto contrario al reddito di cittadinanza, ma come molti è d’accordo sul fatto che debba subire delle revisioni importanti, soprattutto rivedere cosa non abbia funzionato e lavorare su quei punti. Da un lato c’è il problema del lavoro: il reddito di cittadinanza è nato come strumento per aiutare le persone povere e più bisognose, ma soprattutto come parentesi economica prima di un (re)inserimento occupazionale del soggetto beneficiario della misura di sostegno e a questo scopo sono nate anche figure inedite, i Navigator, paradossali già a partire dalla loro concezione, figure caratterizzate dall’essere precari (infatti il loro contratto è in scadenza ad aprile) ma che per lavoro devono aiutare gli altri a trovare una professione adeguata.
Il secondo punto da rivedere riguarderà anche quelle problematiche sorte nell’essere uno strumento di sostegno per i soggetti che vertono in condizioni di povertà assoluta. Sono pertanto diversi gli aspetti da affrontare: il Reddito di Cittadinanza non sparirà (è stata anche la rassicurazione di Draghi alle rappresentanze dei 5 Stelle) ma sarà certamente rivista in meglio la componente relativa alle politiche attive per il lavoro.
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