Cos’è il sovraindebitamento e come si esce dalla crisi economica?
Oggi non è insolito sentire parlare del cosiddetto sovraindebitamento, ossia un termine di ampio uso specialmente negli ultimi anni, a partire dalla famigerata crisi economica del 2008, le cui conseguenze si sentono ancora oggi. Vediamo allora che cosa significa in concreto il termine sovraindebitamento, alla luce della più recente normativa, come funziona e come si manifesta.
Sovraindebitamento: la legge n. 3 del 2012, cosiddetta ‘salva suicidi’
Come sappiamo, il problema del debito è reale per un alto numero di cittadini, famiglie ed imprese. D’altronde viviamo in un periodo storico in cui la crisi del settore finanziario, insieme alla diffusa disoccupazione ed al numero crescente di aziende che chiudono i battenti, certamente non aiutano a trovare soluzioni efficaci. E in questo contesto, da più di un anno ormai, si sta facendo sentire il peso della pandemia e delle conseguenze economiche prodotte dal lockdown.
Il fenomeno è proprio quello per cui le entrate, ossia il reddito disponibile, risulta spesso più basso dell’entità delle spese giornaliere: per questa via, tasse o costi del mantenimento del nucleo familiare, spingono molte persone a chiedere prestiti, finanziamenti, pagamenti a rate ecc. Tuttavia, in moltissimi casi, il problema del pagamento di bollette o rate del mutuo – risulta soltanto rimandato o rinviato, con anzi un appesantimento supplementare dell’esposizione debitoria.
In questo quadro per molti cittadini di certo non roseo , si inserisce la legge n. 3 del 2012, vale a dire la “legge salva suicidi”, detta così perchè ideata anche nella finalità di frenare il fenomeno di chi si toglie la vita perché sopraffatto dai debiti (purtroppo non pochi i casi di di questo tipo negli ultimi anni, soprattutto tra gli imprenditori). Detto provvedimento normativo ha il pregio di aver finalmente regolato la procedura di cosiddetta “esdebitazione”, al fine di dare supporto alla categoria dei sovraindebitati e permettere loro di fronteggiare i debiti nei confronti di creditori privati e Stato.
In buona sostanza, questa legge ha introdotto degli strumenti con i quali i debitori possono con meno difficoltà estinguere le loro pendenze, ma anche ha previsto la facoltà di evitare che procedure esecutive siano iniziate o continuate, a danno diretto dei debitori.
Più nel dettaglio, la legge sopra citata, avente il titolo “Disposizioni in materia di usura e di estorsione, nonché di composizione delle crisi da sovraindebitamento“, chiarisce una volta per tutte cosa si deve intendere per sovraindebitamento, definendolo come una: “situazione di perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, che determina la rilevante difficoltà di adempiere le proprie obbligazioni, ovvero la definitiva incapacità di adempierle regolarmente” (ex art. 6, comma 2, lett. a della legge in oggetto). In altre parole, il sovraindebitamento è una situazione che si protrae nel tempo, per cui il debito totale che ricade sul debitore, è maggiore del reddito disponibile, con la conseguenza che l’adempimento risulta impossibile, sia per i privati che per le imprese.
Sovraindebitamento e procedura di esdebitazione: come funziona?
La legge citata ha il rilevante merito di prevedere regole ad hoc per privati, start up, imprenditori e professionisti, vale a dire soggetti che non possono accedere alle procedure concorsuali, di cui alla legge fallimentare.
L’iter per combattere il sovraindebitamento è pratico, veloce e agevole:
- il ricorso presentato dal proprio avvocato di fiducia, in base ai requisiti previsti dalla legge, è valutato in via preliminare dal Tribunale, in relazione al fatto che il piano del consumatore o la proposta dell’accordo non violino norme imperative;
- in un secondo tempo, con l’ausilio dell’Organismo di composizione della crisi, il Tribunale valuta meritevolezza, fattibilità e convenienza della domanda che, se accolta e ad alcune particolari condizioni, può condurre alla liberazione dal debito originario;
- l’Organismo deve rispondere ad alcuni requisiti di legge e può essere creato , ad esempio, da enti come Regioni o Comuni, ma anche da parte di organismi di conciliazione presso le Camere di Commercio e gli ordini professionali.
In buona sostanza, in base alla legge n. 3 del 2012, coloro che patiscono il problema del sovraindebitamento possono ora fare riferimento agli Organismi citati , oppure domandare al Tribunale la nomina di un professionista. Per questa via, sarà per loro possibile risolvere, in qualche modo, il problema del pagamento del debito, prima dell’espropriazione forzata del patrimonio. Le soluzioni sono rappresentate dai cd. accordi di ristrutturazione del debito o dal cd. piano consumatore.
Le novità apportate dal Dl Ristori: iter rafforzato
In questo quadro normativo, si è inserito recentemente quanto previsto dal noto Dl Ristori, ora convertito in legge. Infatti, oggi l’istituto del sovraindebitamento risulta potenziato, alla luce di nuove norme di garanzia, nei confronti dei debitori meritevoli (famiglie, consumatori, piccole imprese). L’esito potrebbe infatti essere la cancellazione totale della pendenza, per chi non ha alcuna risorsa finanziaria per pagare i creditori.
Attenzione però: per avvalersi di tale nuova disciplina di maggior favore, i debitori dovranno appunto essere considerati ‘meritevoli’, ossia indebitati, ma senza colpa grave. Chi lo stabilisce? Ebbene, sarà il magistrato competente a farlo, nell’ambito della summenzionata procedura di sovraindebitamento, che permane identica nei suoi connotati sostanziali.
L’interessato dovrà dunque fare domanda nei confronti del tribunale competente ed avere l’assistenza del sopra citato Organismo di composizione della crisi (OCC). Quest’ultimo avrà il ruolo di mettere nero su bianco una relazione scritta sulle ragioni dell’indebitamento e su quelle che sono le concrete possibilità di far fronte alla pendenza.
Pertanto, se dalle analisi verrà fuori che che il debitore è totalmente incapiente, questi potrà essere liberato anche per l’intera somma dovuta, ma attenzione: resterà controllato per i successivi 4 anni dall’esdebitazione avvenuta. Infatti, se nel quadriennio successivo il soggetto potrà contare nuove risorse, in una quantità superiore al 10% della sua esposizione debitoria, il debitore dovrà renderle note ed esse saranno usate per saldare finalmente i vecchi creditori.
Insomma, il rimborso dei creditori potrà avvenire anche dopo anni, ma soltanto se gli esdebitati incasseranno entrate sufficienti a farlo, e comunque con redditi al di sopra del “minimo vitale” necessario per la loro sopravvivenza.
Oggi più soggetti possono avvalersi della liberazione dei debiti: chi sono?
Altra novità interessante, in tema di sovraindebitamento, è data dal fatto che la nuova legge prevede l’estensione dei soggetti aventi diritto ad essere tutelati da queste norme. Infatti la nuova forma di liberazione dai debiti è di fatto estesa ai membri della stessa famiglia (parenti entro il quarto grado e affini entro il secondo), che possono fare un’unica domanda, laddove siano conviventi o nel caso in cui il sovraindebitamento abbia un’origine comune.
Insomma, oggi anche i piccoli imprenditori non fallibili, i soci di società di persone ed i professionisti – e le loro famiglie – possono avvalersi delle recenti norme in merito alle procedure di composizione della crisi. E’ considerato consumatore – e quindi è soggetto ammesso alla procedura di sovraindebitamento – anche il socio di una società di persone (come le Snc o le Sas), a patto che i propri debiti siano distinti da quelli sociali.
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Il chiaro aspetto positivo per gli indebitati è che oggi sono ampliate le categorie che possono utilizzare le procedure di esdebitazione e che è ammesso dalla legge avviarne una sola per l’intera famiglia (prima dovevano essere separate e distinte).
Concludendo, il potenziamento della precedente legge salva suicidi del 2012 ha dunque la finalità di aiutare imprenditori, lavoratori autonomi, consumatori e famiglie a trovare una via di uscita dalla condizione di sovraindebitamento. Si tratta, anche e soprattutto, di soggetti che hanno patito e stanno patendo le difficoltà economica a causa dell’emergenza Covid. Il legislatore ha dunque voluto dare nuovo vigore e slancio alla legge sul sovraindebitamento, la quale – secondo gli osservatori – è stata adoperata in maniera inferiore a quelli che erano gli obiettivi.
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