Varianti inglesi: due temibili per gli anticorpi, l’ultima è già in Italia
Varianti inglesi: due temibili per gli anticorpi, l’ultima è già in Italia
Sono due le varianti inglesi, tra le diverse scoperte, a preoccupare di più analisti ed esperti, perché potrebbero agire contro gli anticorpi, offrendo resistenza e aggirando così il potenziale del vaccino, vanificando dunque quanto sta accadendo in questo momento. Le due varianti sono state scoperte nel Regno Unito, che però è in lockdown dal 3 gennaio, e quindi non destano grande preoccupazione in loco.
Perché le varianti inglesi sono così temibili
La nuova mutazione recentemente scoperta può però risultare preoccupante in vista della campagna vaccinale, anche di più rispetto alla B.1.1.7 scoperta nel Kent, quella che si sta diffondendo altrove in Europa e anche in Italia. L’ultima variante scoperta risponde al nome di B.1.525: per ora sono stati identificati 38 casi, ma in diversi punti dell’Inghilterra. Questo farebbe pensare che in realtà la variante è già diffusa più di quanto si pensi. Non ci sono ancora studi e accertamenti sul grado di letalità o contagiosità (se lo è più o meno), ma la cosa che preoccupa di più gli scienziati è la presenza della mutazione E484K, capace di mutare la proteina Spike e dunque di fornire maggiore resistenza agli anticorpi, vanificando l’effetto dei vaccini, come quello AstraZeneca, per cui un aggiornamento contro le varianti sarà disponibile in autunno.
Tale mutazione è presente anche nella variante B.1.1.7, che è noto essere più contagiosa delle precedenti versioni e forse anche più letale, come annunciato qualche settimana fa da Boris Johnson, ma su cui si attendono ancora le risposte accurate di studi dedicati.
Variante inglese B.1.525 anche in Italia
C’è poi un altro aspetto da non sottovalutare: la variante B.1.525 è già arrivata in Italia ed è stata individuata nei laboratori dell’Istituto Pascale e dell’Università Federico II di Napoli. Al momento, di questa variante, oltre ai 32 casi in Gran Bretagna, ne sono stati scoperti altri (pochi per ora) in Nigeria, Stati Unit e Danimarca. La variante avrebbe infettato un professionista di ritorno da un viaggio in Africa, informa la Regione Campania in una nota. Dopo la scoperta, è stata subito depositata la sequenza nel database internazionale Gisaid e sono state avvertite le autorità sanitarie.
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