Esame avvocato 2021, i praticanti protestano e chiedono il solo esame orale
Esame avvocato 2021, i praticanti protestano e chiedono il solo esame orale
In tempi di coronavirus e lockdown, anche le modalità con cui si svolgono gli esami, subiscono delle modifiche. E non fa eccezione l’esame avvocato. Il punto però è che circa 20mila aspiranti avvocati si trovano al momento spaesati e disorientati, non sapendo ancora con esattezza quali saranno le modalità certe per lo svolgimento dell’esame di abilitazione alla professione forense, previsto per la metà del mese di aprile. In particolare, i praticanti si oppongono alla proposta di riforma dell’esame avvocato, resa nota da parte dell‘Organismo congressuale forense.
Anzi, le associazioni che raggruppano questa categoria di giovani lavoratori, ossia Upa (Unione praticanti avvocati), Aipavv (Associazione italiana praticanti avvocati), Co.gi.ta (Coordinamento giovani giuristi italiani), Comitato per l’esame d’avvocato e Link, Coordinamento universitario, hanno deciso di mettere nero su bianco, una sorta di piano comune, in cui indicano la strada da seguire in materia di nuove regole esame avvocato. Vediamo più nel dettaglio.
Tra esame avvocato e regole di sicurezza: i limiti previsti
Tra i vari punti controversi circa il prossimo esame avvocato, i praticanti contestano ad esempio la possibile suddivisione circondariale dei candidati, in base a quanto ipotizzato dall’Organismo congressuale forense. Le associazioni contestano il fatto che una tale soluzione non servirebbe a garantire il diritto alla salute di ciascun candidato, contro possibili rischi di contagio da coronavirus.
Si fa riferimento anche a quanto stabilito nel protocollo del dipartimento della funzione pubblica per lo svolgimento di prove concorsuali, il quale ha predisposto delle regole urgenti e piuttosto rigide, che comportano la presenza massima pari a 30 candidati per sessione, allo scopo di proteggere il bene salute e frenare il più possibile il rischio di nuovi contagi, in caso di prove scritte.
In buona sostanza, abbiamo di fronte uno standard di sicurezza minimo, che ha ricevuto l’ok anche da parte del comitato Tecnico scientifico. C’è però chi fa notare che, per le prove scritte dell’esame avvocato, non pochi candidati sarebbero a rischio di essere contagiati, perchè quanto previsto nell’ambito dell’esame avvocato, non sarebbe conforme agli standard di sicurezza adottati.
I praticanti chiedono di effettuare il solo esame orale
Secondo le associazioni che rappresentano i giovani praticanti, le soluzioni riguardo all’esame avvocato ci sarebbero, onde evitare possibili nuovi casi di covid-19 trasmesso in luoghi chiusi come i locali utilizzati per le prove d’esame. Infatti, la richiesta avanzata dai praticanti, in deroga alle normali regole di svolgimento ed allo scopo di tutelare il diritto alla salute consiste nel “procedere con una prova di abilitazione esclusivamente in forma orale senza compromessi tra il rischio sanitario, le legittime aspirazioni professionali e l’esigenza di non bloccare intere generazioni di categorie professionali“.
Insomma, una soluzione straordinaria, da adottare come contromisura rispetto ad un evento anch’esso straordinario come la pandemia.
E si profila un vero e proprio scontro generazionale, che vede da un lato i praticanti avvocati, e dall’altro gli avvocati di lungo corso. Questi ultimi infatti temono che la soluzione del solo esame orale risulti in qualche modo lesiva del prestigio della professione, una sorta di escamotage dell’ultim’ora. Ma come fa notare il Coordinamento giovani giuristi italiani: “Fin da marzo 2020 questo Coordinamento ha richiesto interventi adeguati per le sessioni 2019 e 2020, che la pandemia avrebbe chiaramente stravolto. Non si trattava di “facili scorciatoie”, come qualcuno ha sostenuto, ma misure anche a salvaguardia proprio delle prove scritte e dei praticanti, malgrado nessun altro ordine professionale avesse ritenuto di dover insistere per il mantenimento delle stesse in piena pandemia. Da alcuni mesi lo scenario è mutato, troppo a lungo è durata l’inerzia, aumentando rischi e le disparità – in termini di tutela dei beni salute e lavoro- a danno dei giovani giuristi. Asserendo di voler preservare la “dignità della professione”, si giustifica la lesione della dignità della prossima generazione di professionisti“.
Le associazioni dei giovani praticanti sono dunque compatte nella richiesta di effettuare il solo orale con modalità rafforzate, evitando così i rischi – ma anche le difficoltà – dell’esame scritto, tipicamente un duro scoglio per tutti i candidati.
Le richieste alla neo-Ministra della Giustizia Marta Cartabia
L’associazione italiana praticanti avvocati insiste e non cede di un millimetro sul tema dell’esame avvocato. Infatti per l’Associazione italiana praticanti avvocati, se altri “Paesi europei hanno già da tempo trovato una soluzione prevedendo una prova orale a distanza – nel nostro Paese – il futuro dei praticanti resta ancora nel limbo, aprile si avvicina e l’emergenza sanitaria incombe. In questo momento storico risulta pressoché impossibile svolgere le prove scritte con modalità atte a garantire l’assoluta salubrità degli oltre 20.000 candidati“. La domanda è dunque “gli aspiranti avvocati sono forse dotati di speciali anticorpi che li rendono immuni dal Covid-19 e, pertanto, possono tranquillamente assembrarsi?“.
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Pertanto, si profila la prossima iniziativa dei praticanti, che con tutta probabilità chiederanno con fermezza alla neo Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, di dare l’ok allo svolgimento di una sola prova orale dell’esame avvocato, più articolata, ma abilitante, per quanto riguarda la sessione in corso. Insomma, sarebbero per quest’anno escluse le prove scritte, come già accade in altri ordini professionali, e per gli stessi avvocati cassazionisti. Staremo a vedere chi la spunterà.
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