Raffaele Cutolo è morto: causa decesso e chi era il camorrista
Raffaele Cutolo è morto. Il decesso è avvenuto nel reparto sanitario del carcere di Parma. Cutolo, tra i fondatori della Nuova Camorra Organizzata, aveva 79 anni. La morte è sopraggiunta dopo una lunga malattia, dopo che le sue condizioni di salute sono peggiorate dalla scorsa estate: nella primavera precedente gli furono negati gli arresti domiciliari da parte del Tribunale di Bologna, giudicando le sue condizioni di salute compatibili con la detenzione in carcere, ma anche punendo il simbolo di Cutolo, ancora forte negli ambienti della malavita. Quindi venne trasferito nel reparto sanitario del carcere.
Raffaele Cutolo è morto: il profilo del camorrista
Noto anche come ‘o Professore (perché nel carcere era l’unico che sapeva leggere e scrivere), Cutolo, nato a Ottaviano (comune della Città metropolitana di Napoli) il 4 novembre 1941, ha vissuto la sua vita costruendosi una carriera criminale importante, ma sempre sull’orlo della pazzia. Forse è stato lui il Don Raffae’ della canzone di De André (che ringraziò e a cui mandò poesie da musicare) e certamente è lui che interpreta Ben Gazzara nel film Il camorrista di Giuseppe Tornatore.
Quando ha solo 22 anni uccide Mario Viscito, perché aveva fatto un commento di troppo all’amata sorella Rosetta. Quindi fugge, salvo poi tornare e costituirsi: viene condannato all’ergastolo e trasferito nel carcere di Napoli-Poggioreale, dove inizia a costruire la sua fama, sfidando a duello il boss Antonio Spavone. Nel 1977 gli viene riconosciuta l’infermità mentale, quindi avviene il trasferimento presso l’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa, dal quale evade dopo una rocambolesca esplosione.
Una volta fuori dalle mura di reclusione, Cutolo inizia a intrattenere rapporti con i protagonisti della malavita organizzata di quel tempo: da Vallanzasca alla Banda della Magliana, mentre la Nuova Camorra Organizzata inizia la sua invasione nell’economia campana. Molte furono le guerre di clan che insanguinarono Napoli soprattutto verso gli anni Ottanta. Durante un interrogatorio, riportato da Il Mattino, Cutolo disse che avrebbe potuto salvare Aldo Moro, come aveva fatto con l’assessore Cirillo, ma i politici glielo impedirono, dicendogli di non intromettersi.
Negli ultimi 20 anni è stato trasferito in diverse carceri: da Novara a Terni, passando per L’Aquila e infine Parma, dove la scorsa estate si è ammalato gravemente manifestando seri problemi respiratori.
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