Governo Draghi: il Movimento 5 Stelle si spacca sulla fiducia. Cosa succederà?
Alla fine, anche se in modo meno netto di quanto ci si poteva aspettare qualche tempo fa, il Movimento 5 Stelle si è spaccato sulla fiducia al Governo Draghi. Cosa succederà alla compagine pentastellata?
Governo Draghi: il Movimento si spacca sulla fiducia
Sulla fiducia al Governo Draghi ci si aspettava una netta spaccatura interna al Movimento 5 Stelle. Alla fine, la frattura effettivamente c’è stata ma non è stato così profonda come ci si poteva aspettare al momento della nomina a Presidente del Consiglio dell’economista romano da parte del Presidente della Repubblica.
Sono in tutto una trentina i parlamentari che hanno votato contro la fiducia al nuovo esecutivo (di cui il Movimento farà pienamente parte): 15 senatori e 16 deputati. Considerando anche i quattro deputati pentastellati che si sono astenuti e i 5 stelle assenti alla votazione per motivi vari si può stimare un contingente di “dissidenti” intorno ai 50 parlamentari (su un totale di circa 280 considerando chi è stato già espulso e chi sta maturando il passaggio al Misto).
Di Battista è il leader dei dissidenti?
Sicuramente il volto noto, o comunque il più noto, della protesta dei 5 stelle contro il Governo Draghi è quello di Alessandro Di Battista. Quest’ultimo si è addirittura tirato fuori dall’esperienza del Movimento (in cui d’altra parte non ricopriva alcun ruolo ufficiale e ancora meno dirigenziale ma solo “carismatico” per così dire) una volta compreso che i 5 stelle stavano trattando in visto della formazione del nuovo esecutivo.
Detto ciò, ci sono anche altri esponenti di spicco del Movimento nella fronda anti-Draghi: Barbara Lezzi per esempio, che è stata anche ministro nel Conte 1, o Nicola Morra. Dunque, almeno per il momento, ma sembra improbabile anche in futuro, che i dissidenti si coalizzino intorno a una “personalità” (più plausibile che si compattino in dei gruppi parlamentari): inoltre, non si può dire neanche che per loro sia del tutto chiusa la porta del Movimento (anche se i senatori che hanno votato contro sono stati di fatto già espulsi). Secondo le ultime indiscrezioni, infatti, non pochi avrebbero chiesto di essere reintegrati dopo l’ammutinamento.
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