I medici di base coinvolti nella vaccinazione covid: ecco l’accordo
I medici di base coinvolti nella vaccinazione covid: ecco l’accordo
Come da molti auspicato nelle ultime settimane, è stato recentemente definito nei dettagli un protocollo d’intesa tra medici di base, governo e regioni: ci si è accordati insomma per far rientrar ben 35mila medici di famiglia nella campagna di vaccinazione covid.
Si tratta certamente di una decisione assai significativa, che dovrebbe contribuire a velocizzare notevolmente la somministrazione dei vaccini, in un periodo in cui i contagi hanno ripreso a salire, mentre la campagna di vaccinazione procede a rilento o comunque non secondo i numeri sperati e voluti. Vediamo dunque un po’ da vicino questa novità.
Medici di base: il protocollo d’intesa sarà seguito da accordi regionali
Il protocollo in questione è stato sottoscritto, come accennato, da Governo, Regioni ma soprattutto medici di base: questi ultimi avevano peraltro già mostrato la ferma intenzione di partecipare alla campagna di vaccinazione, essendo certamente il loro contributo compatibile con gli obblighi di natura deontologica e con i più generali doveri etici che riguardano la professione di medico.
Al detto accordo hanno infatti aderito i sindacati dei medici di base Fimmg, Snami, Smi e Intesa Sindacale. Questo importante passo ha una valenza generale, è una sorta di elaborazione della linea di intenti da seguire: ora la parola passa alle Regioni, le quali dovranno mettere nero su bianco accordi ad hoc rilevanti a livello locale.
In base al summenzionato protocollo, saranno proprio i singoli accordi regionali a specificare tutti i dettagli in merito alla “platea dei soggetti da sottoporre a vaccinazione da parte dei medici di medicina generale, in relazione alla fascia di età, alle patologie, alle situazioni di cronicità, alla effettiva disponibilità di vaccini, nonché le modalità logistiche/organizzative per la conservazione e la somministrazione del vaccino“.
Sale l’età di chi potrà essere vaccinato con AstraZeneca
Non c’è solo questo: infatti, restando sul fronte vaccini, il Ministero della Salute ha recentemente pubblicato una circolare nella quale viene innalzata da 55 a 65 anni l’età di coloro che potranno essere vaccinati con AstraZeneca, ovviamente anche a seguito del contributo di almeno 35mila medici di base.
Ciò rappresenta una buona notizia anche per i medici di famiglia, e si tratta di una decisione che giunge dopo quanto rilevato dalla Commissione dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa): nuove evidenze scientifiche “riportano stime di efficacia del vaccino superiori a quelle precedentemente riportate“.
Inoltre, sono già state stabilite alcune indicazioni di massima, che dovranno guidare i medici di base nella campagna di vaccinazione. Infatti, per quanto attiene all’approvvigionamento delle dosi di vaccino per ogni medico di medicina generale, esso “dovrà avvenire in tempi certi e in quantità tali da consentire ad ogni medico la possibilità di garantire ai propri assistiti le somministrazioni del vaccino, coerentemente alle diverse fasi della campagna vaccinale ed ai relativi target di riferimento“. Ogni medico di famiglia dovrà dunque essere messo nelle condizioni di svolgere tempestivamente il proprio lavoro e, in questo senso, essenziale sarà anche “l’aggiornamento, in tempo reale, dell’anagrafe vaccinale“.
Nell’accordo generale è stato altresì indicato che sarà la struttura del Commissario straordinario Covid-19 a gestire tutto quanto riguarda la fase di fornitura dei vaccini e dei materiali ausiliari e di consumo, ma “secondo le modalità che saranno individuate a livello regionale tenendo conto delle caratteristiche di conservazione dei singoli vaccini e della disponibilità di strumenti di conservazione, trasporto e sicurezza, tenuto conto anche degli ordinari canali di gestione vaccinale nonché della popolazione che i mmg dovranno vaccinare, secondo quanto previsto dai piani regionali di vaccinazione“.
Concludendo, sul piano dei finanziamenti è stato specificato che il piano che coinvolge i medici di base è da intendersi a carico di quota parte del fondo sanitario nazionale. In buona sostanza, l’assegnazione ai medici di base delle vaccinazioni anti Covid-19 rende obbligatorio un finanziamento ulteriore ad integrazione del fondo sanitario nazionale. Il finanziamento sarà regolato in base a come andrà la campagna vaccinale e a come saranno inquadrati gli obiettivi e i target spettanti ai medici di famiglia. Inoltre, Il compenso attribuito ai medici di base verrà definito dagli accordi regionali, sulla scorta del compenso minimo pari a circa 6 euro.
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