Vaccino Covid: l’Italia blocca export Astrazeneca verso l’Australia. Cosa significa
L’Italia ha bloccato l’esportazione di 250mila dosi di Vaccino Covid Astrazeneca verso l’Australia. Nessun paese aveva ancora sfruttato la possibilità di veto prevista dai regolamenti sulla gestione dell’approvvigionamento redatti dalla Commissione Europea a fine gennaio.
Vaccino Covid: l’Italia blocca 250mila dosi Astrazeneca
A fine gennaio, la Commissione Europea ha varato dei stringenti regolamenti sulle modalità di approvvigionamento del Vaccino Covid da parte dei paesi Ue: si tratta nello specifico del “Meccanismo temporaneo di trasparenza e autorizzazione” in vigore dal 31 gennaio al 31 marzo.
Tra le norme approvate dall’organo anche quella che permette a un singolo membro della Comunità di bloccare le esportazioni (previo consulto con la Commissione), soprattutto se dirette a paesi extra-europei, del composto qualora venga prodotto sul suo territorio. L’Italia è stato il primo paese a sfruttare questo meccanismo (Bruxelles ha avallato la richiesta): infatti, è stato bloccato l’export verso l’Australia di oltre 250mila dosi Astrazeneca infialate dalla Catalent, un’azienda basata ad Anagni, in Provincia di Frosinone, che lavora proprio per il colosso farmaceutico britannico.
Le motivazioni del Ministero degli Esteri
Lo stop dell’Italia all’esportazione delle oltre 250mila dosi di Vaccino Covid dirette in Australia è stata disposta dal Ministero degli Esteri sulla base di diverse motivazioni. Innanzitutto, la Farnesina ha ritenuto di poter bloccare l’export perché l’Australia si può considerare un paese “non vulnerabile” dal punto di vista epidemico in questo momento.
Dunque, il numero delle dosi è eccessivamente alto rispetto al potenziale fabbisogno del paese. Inoltre, bisogna considerare i ritardi nelle forniture diretta all’Ue e all’Italia stessa accusati da Astrazeneca: in pratica, l’Italia non può permettere che parta una quantità consistente, molto consistente, di Vaccino Covid dal suo territorio con, in parallelo, un rischio molto alto di trovarsi “scoperta” dal punto di vista logistico nel mezzo di una campagna di somministrazione fondamentale per uscire dall’emergenza.
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