Passaporto vaccinale: la Cina è il primo paese al mondo a lanciarlo

Pubblicato il 9 Marzo 2021 alle 12:28 Autore: Claudio Garau
Vaccino Covid: le prime modifiche al piano somministrazioni del governo Draghi

Passaporto vaccinale: la Cina è il primo paese al mondo a lanciarlo

Novità assai significative sul fronte vaccinazioni anti-coronavirus. Mentre in Italia la campagna prosegue a rilento e si stanno escogitando nuove misure per velocizzare l’iter, in Cina hanno appena introdotto – in via ufficiale – il passaporto vaccinale, primo Paese al mondo a farlo. Il certificato, digitale o cartaceo, che attesta l’immunizzazione del possessore, è disponibile per i cittadini cinesi che lo domanderanno tramite la piattaforma WeChat: finalità è “aiutare a promuovere la ripresa economica mondiale e a facilitare i viaggi oltre confine“, ha detto il ministero degli Esteri di Pechino. Indubbiamente anch’esso è un passo in avanti verso il ritorno alla normalità, dopo più di un anno. Vediamo più da vicino.

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Il passaporto vaccinale in Cina è già realtà

Se in Cina detto passaporto vaccinale è riservato ai soli cittadini cinesi e non è ancora obbligatorio, in Italia, il percorso della vaccinazione necessita ancora alcuni aggiustamenti. Infatti sul piano organizzativo, a seguito della discussa parentesi Arcuri, il neo commissario all’emergenza Covid Paolo Francesco Figliuolo sta tentando di dare una forte accelerata al piano vaccinale. L’auspicio è che nelle prossime due-tre settimane, ossia entro la fine di questo mese, oltre 7 milioni di dosi di vaccini arrivino nel nostro Paese.

In Cina, invece, l’iter che vuole condurre la popolazione ad uscire finalmente da questo tunnel, procede più spedito: nel dettaglio, il certificato collegato al passaporto vaccinale include un codice Qr che permetterà alle autorità degli altri Paesi di avere le informazioni sanitarie dei turisti provenienti dalla Cina. Ciò è stato reso noto dall’agenzia statale Xinhua.

Va altresì rimarcato che in Cina un sistema di codici Qr è già sfruttato per regolare l’accesso ai trasporti e a vari luoghi pubblici, con app che tracciano i movimenti dei cittadini sul territorio e generano un codice “verde” se il cittadino non è stato in contatto con soggetti infetti, oppure non ha viaggiato in aree ‘focolaio’.

Nell’occidente, USA e Gran Bretagna stanno pensando all’introduzione del passaporto vaccinale, mentre l’UE sta elaborando una sorta di ‘green pass’, per consentire ai propri cittadini che siano già stati vaccinati di spostarsi liberamente dentro e fuori dai confini europei.

Che cosa succede in Italia?

E se persiste il pressing del Cts sul Governo per misure anti-Covid più severe, il ministro della Salute Roberto Speranza si dice ottimista per il futuro. Infatti, ha recentemente detto alla stampa che il prossimo trimestre sarà quello decisivo per le vaccinazioni. Dal primo aprile comincia infatti il secondo trimestre “in cui ci aspettiamo l’arrivo di oltre 50 milioni di dosi, e puntiamo a raggiungere almeno metà della popolazione”.

La notizia positiva è che, proprio in questi giorni, l’Aifa ha dato parere favorevole per quanto riguarda la somministrazione di AstraZeneca anche agli over 65. Non solo: a breve dovrebbe giungere anche il vaccino Johnson & Johnson, ossia il monodose che potrebbe davvero ridurre i tempi dei vaccini. Mentre per quanto riguarda il passaporto vaccinale, vero è che in Italia non è al momento considerato argomento di cruciale importanza, essendo predominante la questione vaccinazioni.

Secondo i calcoli previsti dal Ministero della Salute, se tutto andasse come programmato, alla fine del secondo trimestre del 2021, ossia entro giugno, la maggioranza della popolazione avrebbe il vaccino ed anzi, secondo il Ministro Speranza, entro l’estate […] tutti gli italiani che lo vorranno potranno essere vaccinati”.

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Per il nuovo commissario all’emergenza, la strategia è la seguente: i punti di somministrazione devono essere incrementati, optando per ogni possibile soluzione, dai siti produttivi agli assetti della Protezione civile e delle Forze Armate. Secondo i piani, Esercito e Protezione civile daranno i vaccini ai medici di base e hanno dato l’ok a consegnare i vaccini anche presso i luoghi di distribuzione, ossia anche negli studi dei medici di famiglia. Questi ultimi, come sappiamo, sono stati recentemente coinvolti nel piano di vaccinazione sul territorio. Al momento già in otto Regioni è possibile fare il vaccino presso i medici di base (tra esse, Piemonte e Lazio).

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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