Oggi ricorre il centenario della nascita di Gianni Agnelli, uomo simbolo del capitalismo italiano e rappresentante dell’eleganza italiana nel mondo.
Una storia che attraversa e intreccia la storia del 900 quella di Gianni Agnelli, nato il 12 marzo del 1921 a Torino. Dopo la morte del padre in un incidente aereo nel 1935 il nonno – Giovanni – cercò di ottenere l’affidamento dei nipoti, ma il tribunale decise di lasciare i figli con la madre. Nel 1938 dopo il diploma il nonno invia Gianni Agnelli in visita negli Stati Uniti, ormai già chiaro che sarà l’erede designato alla guida dell’impresa di famiglia.
Gianni Agnelli inizia gli studi in giurisprudenza, sebbene Avvocato non divenne mai – nonostante venisse sempre appellato l’Avvocato – scoppia la II guerra mondiale e Gianni Agnelli diventa sottotenente, viene mandato prima in Russia, poi in Tunisia e poi torna in Italia. Nel 1944 viene inserito nel cda della Fiat e qualche anno dopo, dopo la morte del nonno, si ritrova maggiore azionista della Fiat (infatti Giovanni senior gli aveva lasciato il doppio delle quote).
Gli anni spensierati di Gianni Agnelli
A soli venticinque anni Gianni Agnelli non si sente pronto a guidare la macchina industriale della Fiat e quindi lascia la conduzione al “Professore” Vittorio Valletta. Iniziano gli anni spensierati di Gianni Agnelli che giovane e ricco si gode la vita e inizia a creare la sua immagine nell’opinione pubblica italiana, ma non solo, diventando un’icona di stile e un simbolo del vivere borghese.
Nel 1953 si sposa con Marella Caracciolo di Castagneto, sorella dell’editore Carlo. Dal matrimonio con Donna Marella Agnelli nasceranno Edoardo Agnelli e Margherita Agnelli (la madre di Lapo Elkann). Arrivano gli anni ‘60 e Valletta alla guida della Fiat era riuscito a portare l’azienda tra le prime cinque aziende automobilistiche del mondo. Era giunto il momento di un cambio alla guida dell’impresa, così Valletta – ormai 83enne – lascia l’azienda. “Da oggi il dottor Agnelli non è più soltanto il nipote di suo nonno”.