Cartelle esattoriali verso il condono: cosa cambia?

Rinvio tasse e cartelle esattoriali

Nelle ultime settimane si è parlato di ‘stralcio’ delle cartelle esattoriali entro una certa soglia, usando una sorta di eufemismo per definire quello che è in realtà un vero e proprio ‘condono’. L’ipotesi sta prendendo piede, sebbene all’interno della maggioranza non si registri uniformità di vedute sul punto.

D’altronde, la novità del taglio delle cartelle esattoriali entro i 5mila euro di valore, condurrebbe – di fatto – alla cancellazione di qualcosa come 61,5 milioni di vecchie cartelle fiscali. Una cifra considerevole, se pensiamo tra l’altro che la cancellazione delle cartelle in questione sarebbe automatica. Vediamo dunque, più nel dettaglio, che cosa potrebbe cambiare a breve.

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Cartelle esattoriali: permane il confronto tra formazioni politiche

In effetti se quella del condono delle cartelle esattoriali resta al momento l’ipotesi più probabile, è anche vero che il ‘condono fiscale’ non incontra l’immediato consenso di tutta la maggioranza. Anzi, la questione stralcio resta uno dei nodi da sciogliere, in prospettiva del Consiglio dei ministri previsto venerdì 19.

Già nella giornata di ieri c’è stato un confronto sull’argomento, alla presenza del Premier Draghi, il ministro dell’Economia Franco e gli altri rappresentanti della maggioranza. Ebbene, in detto incontro, non è ancora emersa una piena uniformità di pareri sulla misura. Per il momento, non tutti sono dunque favorevoli senza remore alla linea di cancellare le cartelle esattoriali inevase, collegate al periodo 2000-2015. Il tetto ipotizzato sarebbe – come detto – 5 mila euro, e includerebbe contestazione iniziale, sanzioni e interessi. All’orizzonte, ovviamente, ulteriori confronti su un tema assai ‘caldo’: secondo gli osservatori, il Parlamento potrebbe far salire l’asticella a 10mila, ma siamo in attesa di conferma.

Pace fiscale tra rottamazione e condono delle cartelle esattoriali

Già con la rottamazione ter e il saldo e stralcio, abbiamo assistito alla proroga dei termini di pagamento oltre il primo marzo 2021, in virtù del comunicato stampa di febbraio del MEF. In verità, in vista è un vero e proprio progetto di pace fiscale 2021, che – com’è noto – ha trovato il parere favorevole, tra gli altri, di Matteo Salvini e della Lega.

Il progetto è di ampio respiro e tende in qualche modo a sgravare gli italiani per quanto riguarda gli obblighi di natura fiscale. D’altronde, la crisi socio-economica da coronavirus e conseguente lockdown impongono di intervenire anche con misure drastiche sul piano del pagamento di tasse e tributi. Con il piano della pace fiscale 2021, dunque, il Governo intende supportare i cittadini e le imprese in difficoltà con i pagamenti. Oltre alla proroga obblighi legati alle cartelle esattoriali, in arrivo dunque il probabile annullamento o condono di detti atti di intimazione di pagamento.

Con la rottamazione ter, le cartelle esattoriali che includono i debiti del cittadino verso lo Stato hanno ricevuto una sorta di rateizzazione, per rendere i versamenti meno gravosi. Ora, la tendenza prevalente è quella di spingersi oltre, ossia all’annullamento se la cifra è inferiore ai 5.000 euro. Come accennato sopra, le cartelle esattoriali comprese nel condono sono quelle relative agli anni 2000-2015.

Condono delle cartelle: alcuni numeri significativi

Per capire esattamente quale sarebbe l’impatto della cancellazione delle cartelle esattoriali occorre fare riferimento ad alcuni dati e cifre degne di nota. Infatti, se davvero passerà la soglia dei 5mila euro, ne conseguirebbe la cancellazione di ben 61,5 milioni di vecchie cartelle, pari ad un controvalore di circa 70 miliardi di euro. In verità, se considerato in rapporto alla mole totale dei crediti fiscali nel magazzino dell’Agenzia Entrate Riscossione – ben 987 miliardi di crediti – detto condono costituirebbe un intervento di portata assai relativa. Di questa mole gigantesca, peraltro il 91% non può portare a nessun nuovo versamento nelle casse dello Stato, giacchè fa riferimento a contribuenti falliti o deceduti o sui quali sono già state svolte tutte le possibili azioni di recupero credito. Ecco perchè, sulla scorta di questi dati, il condono in verità riguarderebbe soltanto il 7% del totale.

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La cancellazione cartelle sarà automatica

Se la proposta passerà – ed al momento sono più i sì che i no – la cancellazione degli atti avverrà in via automatica. Pertanto, il contribuente non dovrà fare alcuna domanda di cancellazione cartelle esattoriali o attivarsi spontaneamente. Inoltre, pare che Agenzia Entrate Riscossione non sarà obbligata a dare alcuna comunicazione al contribuente, relativa alla cancellazione del debito.

Attenzione dunque a verificare la propria situazione debitoria, nell‘area web riservata di Agenzia Entrate Riscossione. Infatti, l’estratto conto segnalerà se il debito è stato oggetto di condono. Per tale via, il contribuente non rischierà di continuare a pagare per un debito ormai estinto con provvedimento del Governo. Ed attenzione anche al calcolo degli anni di riferimento: rileva la sola data nella quale il debito è stato di fatto consegnato nelle mani dell’ex Equitalia, ora Agenzia Entrate Riscossione. Non rileva invece l’anno nel quale vi è stata la prima contestazione o l’anno di imposta di riferimento.

Concludendo, dobbiamo però attendere il provvedimento ufficiale dell’Esecutivo, che disporrà il suddetto condono cartelle esattoriali. Se la linea pare tracciata, occorre però attendere il Consiglio dei ministri di domani, per fare il punto della situazione.

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