Reddito di cittadinanza subito agli immigrati: ecco il piano Inps
Il reddito di cittadinanza, misura di sostegno ai meno abbienti discussa sin dai tempi del varo ufficiale e mai con un appoggio trasversale delle formazioni politiche, ritorna prepotentemente a far parlare di sè. Dopo lo stanziamento di un miliardo di euro per potenziare il beneficio – in considerazione anche dell’aumento delle richieste negli ultimi mesi -ora il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, segnala quelle che potrebbero essere le possibili linee di intervento per la riforma del reddito di cittadinanza.
Il numero uno dell’Istituto vorrebbe che siano predisposte ulteriori risorse per incrementare il beneficio per le famiglie numerose, ma non solo. Con nuovi stanziamenti, infatti, detto contributo sarebbe estendibile anche agli agli immigrati, eliminando (o riducendo) il requisito dei dieci anni di residenza nel nostro paese. Vediamo dunque che cosa potrebbe cambiare a breve in materia.
Reddito di cittadinanza: la prima novità è già arrivata
In verità, il reddito di cittadinanza sta già mutando, almeno in parte, alcune sue caratteristiche originarie. Infatti, una consistente modifica del beneficio è giunta con lo stanziamento citato: per questa via, niente più perdita totale o parziale del sussidio in oggetto, ma la sua sospensione – in ipotesi di contratto lavorativo a tempo determinato.
Con anzi ripartenza automatica del beneficio alla fine dell’esperienza lavorativa. In buona sostanza, cambia il meccanismo, giacchè una volta concluso detto contratto temporaneo, il sussidio riparte in automatico e viene dunque nuovamente erogato subito, senza dover fare una nuova domanda all’Inps (ciò che invece avveniva fino ad adesso).
Come accennato, per il reddito di cittadinanza è stato varato lo stanziamento di un miliardo aggiuntivo: 8,2 miliardi per quest’anno la cifra a copertura della misura di sostegno. La media mensile, invece, permane di poco al di sotto dei 700 milioni di euro; mentre le famiglie beneficiarie, nel mese di gennaio 2021, sono state ben 1,2 milioni. E’ significativo l’aumento – quasi del 20% – rispetto alla fine del 2019: ciò si spiega, con tutta probabilità, con l’emergenza Coronavirus e con la conseguente crisi economica derivata da chiusure totali e parziali delle attività lavorative.
Via il requisito dei 10 anni di residenza e più sussidi per le famiglie numerose
Tuttavia, il reddito di cittadinanza sembra al centro di un piano di complessiva revisione dell’istituto. Non deve stupire infatti che il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, intenda allargare il contributo anche ai migranti, cancellando il requisito dei dieci anni di residenza in Italia. Detta proposta – che non mancherà di generare polemiche negli ambienti della politica e non solo – trova però l’appoggio del Presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. Anzi quest’ultimo vorrebbe un investimento ancora maggiore sul reddito di cittadinanza, ampliando le risorse alle famiglie numerose.
Proprio le recenti dichiarazioni del Presidente dell’Istituto agli organi di informazione, non lasciano dubbi circa la sua posizione sul tema: “ora sono necessarie risorse aggiuntive soprattutto per le famiglie numerose e gli immigrati. Il reddito prevede un requisito di residenza in Italia di dieci anni, mi sembra eccessivo e non esiste in nessun Paese europeo”. In particolare, in rapporto alla delicata questione dei sostegni alle famiglie numerose, Tridico vorrebbe “aumentare il sussidio in base ai componenti del nucleo, oggi al massimo si arriva a 1.330 euro. O si cambia la scala di equivalenza, oppure si potrebbe agire sul contributo da 280 euro legato all’affitto. L’idea sarebbe di modularlo in base al numero dei familiari per raggiungere maggiore equità”.
In buona sostanza, da misura assai discussa – in epoca pre-pandemia – circa l’effettiva utilità o efficacia, il reddito di cittadinanza sta diventando sempre più un pilastro per gli aiuti a chi è in difficoltà economica. Pertanto, non deve stupire l’appoggio al beneficio, dato dal numero uno Inps, che anzi rivendica il ruolo avuto dalla misura in questi anni, soprattutto in tempi di coronavirus. “Il reddito di cittadinanza è un argine importante contro la povertà assoluta che è aumentata con il Covid, raggiunge 3 milioni di persone e l’importo medio è di 550 euro”. E non deve altresì stupire la convergenza che si sta registrando sul tema, da parte di Tridico, del ministro del Lavoro Orlando e del ministro dell’Economia Franco.
Il Presidente dell’Inps ha in mente anche altre novità
Se l’apertura del ministro Orlando all’estensione dell’assegno agli immigrati era in qualche modo scontata, c’è chi ha osservato che la posizione assunta da Tridico sul tema, potrebbe esporlo a pesanti critiche – e non sarebbero di certo le prime. Per giustificare il suo orientamento sul tema, agli organi di informazione ha specificato che la sua deve intendersi soltanto una valutazione tecnica: “Per formazione culturale mi occupo di sistemi economici comparati, faccio confronti con le migliori esperienze nei Paesi avanzati. Le decisioni e le legittime riflessioni politiche non spettano a me“.
Insieme ad una possibile ampia riforma del reddito di cittadinanza, Tridico ha poi fatto ulteriori proposte. Ad esempio, per quanto riguarda le donne – ossia una delle categorie più colpite dalla crisi – il numero uno Inps afferma che potrebbe essere utile “un esonero contributivo di tre anni per le donne che rientrano in azienda dopo la maternità. È un intervento che colpisce quel fenomeno odioso delle dimissioni in bianco e potrebbe aiutare le lavoratrici che vogliono un figlio a non essere discriminate“. Infine, per quanto riguarda i giovani, il Presidente Inps ha ipotizzato un riscatto gratuito della laurea per valorizzarla al fine della pensione e copertura figurativa dei contributi per favorire lo studio e la formazione. Presto vedremo se tutte queste proposte avranno un seguito oppure no.
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