Assegno unico figli: 250 euro ogni mese da luglio. I dettagli
Una sorta di ‘piccola rivoluzione’ è in arrivo dal primo luglio, dopo un lungo iter che sta finalmente giungendo a conclusione. Ne avevamo già parlato recentemente, ma la rilevanza dell’argomento impone di affrontarlo di nuovo. Stiamo parlando dell‘assegno unico figli e della fase finale del disegno di legge in materia. Ci sono voluti molti mesi per arrivare ad una quadra, giacchè il primo ok della Camera risale alla scorsa estate: domani 30 marzo, tuttavia, a Palazzo Madama finalmente inizierà l’esame del disegno di legge che rivede del tutto lo schema degli aiuti alle famiglie. Insomma, il varo ufficiale della nuova misura di sostegno alle famiglie con prole, è imminente.
D’altronde, detto assegno unico figli era stato promesso ed anticipato qualche tempo fa dallo stesso Premier Draghi e dalla Ministra per le pari opportunità e la famiglia Bonetti. Vediamo allora che cosa cambierà tra qualche mese e perchè detto contributo è degno di nota. Facciamo chiarezza.
Assegno unico figli: di che si tratta in breve
In sintesi, ecco di seguito i tratti essenziali dell’assegno unico figli. Come accennato, da inizio luglio tutte le famiglie con almeno un figlio a carico, tra i 7 mesi di gravidanza e i 21 anni di età, potranno contare su un contributo mensile fino ad un massimo di 250 euro a figlio. È previsto un incremento a partire dal secondo figlio e un aumento variabile tra il 30% e il 50% in ipotesi di figli disabili. Attenzione al fattore ISEE, giacchè l’importo dell’assegno sarà in concreto parametrato sulla scorta di detto indicatore e diviso in parti uguali tra i genitori.
Vero è che l’introduzione di detto nuovo aiuto economico – dopo lungo lavorio – consiste, di fatto, in una piccola rivoluzione che azzera tutti gli attuali strumenti e benefici verso le famiglie con prole, facendoli confluire nel nuovo assegno unico figli.
In particolare, il provvedimento in oggetto è previsto dal ddl delega di riordino, semplificazione e potenziamento delle misure a favore dei figli a carico tramite l’istituzione del citato assegno unico e universale, alla cui operatività manca ormai solo l’ok definitivo del Senato. Introdurre detto beneficio significa cancellare altre misure già previste finora come l’assegno ai nuclei familiari con almeno 3 figli minori, il bonus bebè e il premio per la nascita di figli o l’adozione.
Destinatari della misura: chi sono e requisiti
Alcuni osservatori hanno fatto notare che non meno di 1,3 milioni di famiglie otterranno in concreto meno rispetto ai bonus di adesso. Pare infatti che ad essere penalizzati saranno i lavoratori subordinati a favore di autonomi e incapienti. Per i primi, in media, vi sarebbero 381 euro in meno all’anno. Per compensare detta disparità, si sottolinea, servirebbero 800 milioni in più ogni anno. Certamente, una differenziazione di cui non si sentiva il bisogno.
Come accennato, l’assegno unico figli sarà dato a tutte le famiglie con almeno un figlio a carico. Per la prima volta, tutti i lavoratori ne beneficeranno, inclusi incapienti, autonomi e partite Iva, fino adesso tagliate fuori perché gran parte dei sostegni alle famiglie sono correlati al contratto di lavoro subordinato o a detrazioni varie (che non si percepiscono con livelli di reddito al di sotto della no tax area). Ovviamente compresi nella misura anche i genitori disoccupati.
Questa misura nelle sue intenzioni prevede un riordino della normativa welfare: ecco perchè la sua introduzione va anche letta in chiave di cancellazione progressiva degli attuali sussidi familiari come ad esempio il bonus bebè e le detrazioni figli a carico.
Per incassare di fatto detto contributo o credito di imposta a favore dei figli, sarà però necessario avere la cittadinanza italiana o essere cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno europeo. Con riferimento a quest’ultima categoria, occorre la residenza nel nostro Paese e pagare le tasse qui. Non solo: bisogna vivere con i figli a carico in Italia; essere stato o essere residente in Italia per almeno un biennio, anche non continuativo, oppure essere in possesso di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o di durata almeno biennale.
L’importo della misura è variabile
Come sopra indicato, l’assegno unico figli avrà un valore massimo pari a 250 euro: in detto importo confluiranno una parte fissa e una parte variabile, correlata al reddito totale del nucleo famigliare con almeno un figlio a carico. Secondo quanto progettato dai promotori della misura, è assai probabile che a partire dai 18 anni di età, si potrebbe avere diritto a una somma inferiore rispetto all’assegno precedente, accreditata direttamente al figlio laddove quest’ultimo:
- sia un tirocinante;
- sia uno studente universitario regolarmente iscritto;
- sia iscritto ad un corso professionale;
- abbia un lavoro a basso reddito;
- svolga il servizio civile.
Ricapitolando, il contributo in esame riceverà una serie di incrementi e maggiorazioni nelle seguenti ipotesi: madri con meno di 21 anni di età; figli successivi al secondo; figli disabili (aumento tra il 30% e il 50%).
Come si fa domanda per l’assegno unico?
Ben si comprende la funzione e finalità dell’assegno unico figli, se teniamo conto dei dati diffusi dall’Istat, inerenti l’impatto della pandemia sulle nascite e la popolazione. Infatti, in base ai dati dell’Istituto, “al 31 dicembre 2020 la popolazione residente è inferiore di quasi 384 mila unità rispetto all’inizio dell’anno”. Con detto accredito mensile o credito d’imposta, si cerca anche di incentivare alle nuove nascite.
Al momento, l’assegno unico figli dovrebbe riferirsi ad una platea di circa 12,5 milioni di ragazzi, di cui 10 milioni di minori. Aumenta, come accennato, il numero di famiglie interessate da aiuti economici ad hoc, data l’inclusione di autonomi e disoccupati tra i beneficiari. In totale, le famiglie interessate al nuovo assegno unico familiare dovrebbero essere non meno di 11 milioni.
In molti potrebbero domandarsi come fare per la domanda e quali step rispettare per ottenere il detto assegno. Ebbene, per le modalità di dettaglio occorre aspettare i decreti attuativi che stabiliranno le regole procedurali per incassare il beneficio. Da chiarire anche tutto il quadro importi e i limiti ISEE di riferimento.
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