Le fake news sulle vaccinazioni anti-covid: come riconoscerle e difendersi
L’arrivo dei primi vaccini contro il Covid ha dato il primo barlume di speranza per uscire dalla pandemia che ormai affligge tutto il mondo da un anno. Allo stesso tempo, però, ha scatenato una reazione avversa. E non sulla salute delle persone. Con i sieri sono arrivate decine e decine di notizie false che hanno messo a dura prova la campagna di immunizzazione. Ma come riconoscere le informazioni manipolate e già ampiamente diffuse con la pandemia? E come difendersi? Proviamo a capirlo grazie alla guida recentemente pubblicata da truffa.net, portale specializzato nell’analisi dei siti finanziari e di gaming.
Come e perché le fake news si diffondono così velocemente?
Truffa.net identifica 7 categorie di contenuti informativi falsi e 7 tipologie di persone in grado di veicolarli. Tra questi, forse i più “pericolosi” sono gli scammer, ovvero coloro che hanno come obiettivo quello di estorcere denaro o dati personali, i politici, che dall’alto della loro posizione e del loro seguito diffondono notizie di parte, e i complottisti, gruppi di persone che si affannano a condividere e sponsorizzare teorie non dimostrate scientificamente. Ma questa è solo la punta dell’iceberg. A contribuire a questo flusso ci sono anche le conversazioni private tra parenti e amici, gli insider che si auto-propongono come fonti affidabili e le celebrità con il loro spazio sui media.
Ma perché questa tipologia di informazioni si diffonde così velocemente? La risposta arriva da un recente studio di Sinan Aral, membro del MIT School of Management. Analizzando i dati oltre 120mila news pubblicate tra il 2006 e il 2017, Aral ha rilevato che una storia falsa raggiunge in media 1.500 persone più velocemente di una vera. Il motivo? Le fake news scatenano nelle persone emozioni molto più forti rispetto a quelle tipiche della verità e molto spesso vengono percepite come nuove e più interessanti.
Le principali “bufale” sui vaccini contro il Sars Cov-2
Facile quindi capire come sia stato possibile arrivare a questa massa di notizie false anche in merito ai vaccini. Citiamo soltanto le più note, e già smentite dal ministero della salute, per farci un’idea. La prima è che i vaccini anti-Covid siano poco sicuri perché realizzati più velocemente rispetto a quelli tradizionali. Un falso: mai come per questi prodotti c’è stato uno studio così approfondito e condiviso a livello globale su effetti negativi e conseguenze.
In secondo luogo, è stato detto che i vaccini sono inutili perché il virus è già mutato. Anche questa affermazione non è dimostrata. In realtà i composti intervengono sulla proteina che usa il virus per attaccarsi alle cellule. Ed è altamente improbabile che questa si modifichi così tanto da renderli inefficaci.
La fake news più suggestiva, vera e propria materia di quelli che truffa.net definisce complottisti, è che il vaccino a RNA possa modificare il nostro corredo genetico. Il compito dell’mRNA messaggero è però un altro: quello di trasportare alle nostre cellule le informazioni per produrre gli anticorpi, non per cambiarne la struttura.
Già smentita anche la teoria secondo cui i sieri oggi disponibili immunizzerebbero solo per poche settimane. Gli studi che hanno permesso che i vaccini entrassero in commercio hanno dimostrato che l’immunità durerà per alcuni mesi. Se saranno anni andrà verificato quando la maggior parte della popolazione sarà vaccinata.
Come difendersi dalle fake news
Grazie a internet e alla decisione dei canali istituzionali e dei social network di iniziare a combattere la diffusione di fake news abbiamo una prima linea di difesa. Ma anche noi, nel nostro piccolo, possiamo fare qualcosa per fermare questo flusso. In primo luogo, possiamo applicare il metodo del CRAAP Test. CRAAP è l’acronimo di Currency, Relevance, Authority, Accuracy e Purpose, tradotto in italiano tempestività, rilevanza, fonte, accuratezza e scopo.
Il meccanismo di applicazione è semplice: quando ci troviamo di fronte a una notizia “dubbia” possiamo farci delle domande basate sui 5 parametri (da dove vengono le informazioni? Ci sono fonti verificabili? Chi e come diffonde il messaggio, le news sono state modificate e ben scritte? Solo per fare alcuni esempi) e iniziare a capire se possiamo fidarci.
Se pensiamo di non essere in grado di effettuare queste verifiche o semplicemente non abbiamo tempo possiamo appoggiarci a uno dei più importanti portali di fact-checking presenti online: Polifact, Snopes, Bufale.net, Butac. Oppure utilizzare tool informatici come Youtube Data Viewer e Google Reverse Image Search per verificare l’affidabilità di video e immagini.
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