Assegno unico figli ora è legge: ecco i tratti salienti e meccanismo
L‘assegno unico figli sarà operativo a tutti gli effetti, giacchè è recentemente arrivato l’ok anche del Senato. Infatti, a Palazzo Madama si è registrata – nella giornata di ieri – l’approvazione in via definitiva del disegno di legge delega che di fatto lo introduce. Un lungo iter è stato necessario per arrivare all’ufficializzazione del beneficio, se consideriamo che l’ok della Camera risale al 21 luglio 2020. 227 sì, nessun no e 4 astenuti in Senato: può definirsi un’approvazione praticamente all’unanimità.
Il provvedimento in oggetto rientra nel cosiddetto Family Act e produrrà i suoi effetti a partire dal prossimo luglio. Vediamo più nel dettaglio di che cosa si tratta.
Assegno unico figli: in che cosa consiste?
Il contributo in esame, in buona sostanza, è una quota mensile di circa 250 euro, versata per ciascun figlio, a partire dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni di età. In particolare, dopo la maggiore età, l’assegno spetta se il figlio o la figlia è senza lavoro ma iscritto al CpI e in cerca, studente, tirocinante, a basso reddito o se il figlio/a sta svolgendo il servizio civile universale . Se maggiorenne, il figlio potrà beneficiare dell’assegno in via diretta.
La partenza è prevista per il primo luglio, giacchè le misure frammentate che confluiranno nell’assegno unico figli saranno operative con tutta probabilità fino al 30 giugno 2021.
Il progetto finalmente approvato dai due rami del Parlamento consiste in un credito di imposta o un assegno mensile che, da inizio luglio, sarà versato a tutte le famiglie con almeno un figlio. Inclusi anche incapienti e le p. Iva, finora peraltro tagliati fuori da non pochi contributi per la prole. Non a caso detto assegno si chiama ‘unico‘: in esso si intende far confluire tutta una serie di aiuti destinati finora ai nuclei familiari con figli. Ci riferiamo, ad esempio, agli sgravi per le famiglie numerose, agli assegni familiari e al Fondo di sostegno per la natalità.
L’assegno unico figli è detto ‘universale’: ecco perchè
Le finalità cui si vuole mirare grazie all’assegno in oggetto sono fondamentalmente tre: incentivare la natalità, supportare la genitorialità e favorire anche e soprattutto l’occupazione delle donne. Si chiama assegno universale perché è basato sul principio universalistico, che comporta l’attribuzione dell’aiuto economico a tutti i nuclei familiari con almeno un figlio, ovviamente nei limiti naturalmente delle risorse disponibili.
L’assegno unico figli sarà infatti modulato in rapporto all’ISEE del nucleo familiare e all’età dei figli a carico. Lo ribadiamo: le modalità di corresponsione sono due, ossia credito d’imposta o versamento mensile di una somma di denaro. Ai genitori la scelta della soluzione ritenuta di volta in volta più conveniente.
Due criticità evidenziate nei confronti dell’assegno
In effetti, prima di essere pienamente operativo, detto provvedimento che istituisce l’assegno unico figli ha bisogno di un ultimo essenziale step, ossia i decreti delegati: “Confermo a nome del governo – ha dichiarato la ministra della Famiglia Elena Bonetti – l’impegno di dare seguito alla delega attuando l’assegno entro il termine del primo di luglio come previsto“.
In verità detto assegno unico figli va inteso certamente non come un punto di arrivo, seppur frutto di un lunghissimo lavorio. Piuttosto deve essere considerato un punto di partenza o al massimo una tappa intermedia, sul percorso di riforma delle misure per la Famiglia. Anzi, per essere attuato compiutamente, ha bisogno di una significativa riforma dell’ISEE, come già sottolineato da più parti. nel corso di vari interventi.
Non solo, è da rimarcare un altro dettaglio che certamente non gioca a favore di detto assegno. Detto beneficio consiste in una delle misure previste dalla legge di Bilancio 2021, che ha disposto altresì anche le risorse idonee a coprire economicamente detto assegno. Ebbene, in corso di votazione in Senato, è emerso un giudizio ben poco lusinghiero riguardo alla effettiva proporzionalità delle risorse varate in rapporto a quanto in concreto richiesto per un pieno successo della misura. In altre parole, le risorse sono state ritenute insufficienti per un pieno dispiegamento degli aiuti in oggetto. Il rischio insomma è quello di trovarsi di fronte – tra qualche mese – ad una misura, in verità, non pienamente ‘universale’, tanto che si può ragionevolmente temere che non tutte le famiglie aventi diritto, potranno avere accesso al beneficio in esame.
L’importo dell’assegno non sarà uguale per tutte le famiglie
Come detto sopra, l’assegno in oggetto sarà universale giacchè destinatarie saranno tutte le famiglie con almeno un figlio. Vi sarà una quota mensile per ogni figlio – secondo il Premier Draghi circa 250 euro in media al mese – che sarà però variabile e progressiva in base alle risorse economiche di ciascun nucleo familiare. In buona sostanza, le famiglie meno abbienti riceveranno di più e le più ricche avranno esclusivamente una quota base. In termini pratici, l’importo dell’assegno unico figli sarà modulato in relazione all’Isee della famiglia e alla sua numerosità.
Sarà perciò incrementato a partire dal terzo figlio. Ma attenzione: previste ulteriori maggiorazioni – in base ad un’aliquota non inferiore al 30% e non superiore al 50% – per ogni figlio con disabilità, rispettivamente minorenne o maggiorenne e di età al di sotto dei 21 anni, con valore della maggiorazione parametrato secondo le classificazioni della condizione di disabilità.
Inoltre, detto assegno unico figli è attribuito ad ambo i genitori nell’identica misura. In assenza, il contributo spetta a chi esercita la responsabilità genitoriale. In ipotesi di crisi coniugale che conduce a divorzio o separazione, se i coniugi non trovano un accordo, l’assegno in oggetto sarà versato al genitore affidatario.
Per quanto riguarda gli importi esatti, è necessario aspettare i decreti attuativi. Per ora le previsioni parlano, come accennato, di 250 euro mensili per figlio, ma tutto è legato alle risorse varate, che al momento non sono disponibili per soddisfare tutti i possibili destinatari.
Quali sono i requisiti dell’assegno in oggetto?
Per concludere, ricapitoliamo quali sono i requisiti dell’assegno unico figli, così come approvato recentemente in Senato:
- cittadinanza italiana o di uno Stato membro UE o di uno Stato non appartenente all’Unione europea; o permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o per ragioni di lavoro o di ricerca, di durata almeno annuale;
- residenza e domicilio con i figli a carico sul suolo italiano e per l’intera durata del beneficio;
- residenza in Italia per almeno un biennio, anche se non in maniera continuativa, o titolarità di un contratto di lavoro a tempo indeterminato, o determinato purché della durata minima di almeno un biennio;
- assoggettamento al pagamento dell’imposta sul reddito nel territorio italiano.
Come sopra accennato, il problema di fondo è e resta la presenza di tutte le coperture necessarie per non lasciare esclusa nessuna famiglia. Con la legge di bilancio 2021, l’Esecutivo ha rifinanziato il “Fondo assegno universale e servizi alla famiglia” con 3 miliardi di euro per l’anno 2021 e 5 miliardi per il prossimo. Le supplementari risorse per assicurare i suddetti 250 euro al figlio per ciascun mese saranno certamente recuperate dalle misure di sostegno alla famiglia ancora in vigore. Altrimenti, i partiti di maggioranza valuteranno la carta di un nuovo debito.
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